“Non so cosa mi sia passato per la testa ma di certo non volevo dare i miei soldi ad un balordo e così quando ho visto che il colpo che mi aveva sparato addosso con la pistola non aveva provocato danni, ho preso il bastone e l’ho messo in fuga.”
A raccontare la sua avventura è Luigi Daffonchio, titolare del bar tabaccheria “Dei platani” situato a Rivalta Scrivia lungo la ex statale 10.
Il fatto si è verificato poco dopo le 23 di giovedì sera: il bar è ancora aperto e all’interno si trovano sei giovani della frazione seduti su un tavolino che chiacchierano tra di loro. Dietro il bancone, c’è lui, 68 anni, una vita dedicata al lavoro, personaggio affabile e simpatico conosciuto da tutti i frazionisti e non soltanto da loro. Luigi Daffonchio abita a Rivalta Scrivia da una vita ed è forse un uomo di altri tempi che non ha paura di niente.
Tutto accade nell’arco di pochi istanti: un giovane col volto coperto da sciarpa e bandana entra dentro il bar impugnando una pistola: “Dammi i soldi, presto” grida rivolto al barista puntandogli contro la pistola.
“Credevo fosse uno scherzo dei miei amici – spiega Luigi Daffonchio – ma quando lui ha alzato la voce ripetendo che voleva i soldi non ci ho più visto.”
“Non ti do un bel niente” grida il barista. Il rapinatore alza la voce e lo minaccia “Dammi i soldi o sparo” ma Luigi Daffonchio è irremovibile: “gli ho detto di sparare pure che io non gli davo un bel niente e lui ha sparato. Ho sentito il botto della pistola . A quel punto mi sono girato, ho visto che non ha provocato danni ed ho capito che era una scacciacani. Allora ho preso Menelik, (così Daffonchio chiama il suo bastone) che tengo sempre vicino al banco per ogni evenienza, e mi sono avventato conto il giovane.”
E’ stato a quel punto che il rapinatore ha iniziato ad avere paura ed è scappato fuori dal negozio dove ad attenderlo c’era un complice a bordo di una punto Bianca. I due sono scappati a grande velocità.
La scena è durata lo spazio di circa un minuto, davanti agli occhi attoniti ed impietriti dei sei ragazzi che non sapevano cosa fare.
Dopo aver messi in fuga i due rapinatori, Daffonchio, dà l’allarme e chiama i carabinieri che si recano sul posto per i rilievi del caso.
“I militari – conclude Daffonchio – mi hanno detto che sono stato molto fortunato che il rapinatore poteva avere una pistola vera ed avrebbe potuto spararmi con dei proiettili. In quel momento non ho pensato alle possibili conseguenze per la mia salute: ho agito d’istinto. Se dovesse capitare un’altra volta? Non so come mi comporterò e cosa farò ma di certo quel rapinatore, quasi certamente italiano, era un balordo e io non do i miei soldi ad uno così.”
29 novembre 2013