associazione maria bensi - IMaria Bensi, un personaggio storico di grande rilievo ben nota in città. Alessandria le ha dedicato un’importante arteria, la Regione Piemonte, con un proprio documento, ha dato vita ad un’Associazione prettamente alessandrina, di volontari con l’impegno di coinvolgere le persone non normodotate, in una qualsiasi attività riabilitativa.

Un’Associazione ben conosciuta in città lavora nel suo nome, il prof. Giovanni Sisto le ha dedicato un libro! Ecco giunto il momento di parlare, osservare da vicino la sua opera, dedicare un po’ di spazio a questa singolare figura femminile. Nata nel 1894, in San Salvatore, da padre contadino e da mamma inferma. Maria, a soli undici anni, è costretta a lasciare la casa patema per andare a lavorare in filanda ad Alessandria.

La sua operosità la conduce nel Canavese, in una fabbrica di fazzoletti, lasciata dopo la morte della madre, avvenuta nel 1918. Il prossimo impiego è presso l’emergente Cappellificio Borsalino, a quel tempo poco più di un laboratorio, dove rimane per una quarantina d’anni, quale intraprendente volenterosa operaia.

Sono questi gli anni in cui partecipa alla vita pubblica, sensibilizzata dapprima nella vita di fabbrica, forte di principi cristiani disposta a trasmetterli seppure non siano sempre condivisi dai colleghi; interviene con energia laddove, l’ingiustizia, i soprusi, gli ingiusti privilegi assumono vigore.

La sua verve di italiana reagisce con tutti i mezzi a disposizione, Maria Bensi s’improvvisa scrittrice con la pubblicazione nel 1940: Un’operaia alle operaie, un libro dal il cui contenuto è ispirato ai valori evangelici di carità, la sua penna è caratterizzata dallo stile semplice, eppure con tanto carisma, fonte d’una dottrina di principi, indirizzati a tutti i lavoratori, in particolare alle donne operaie.

La sua carriera pubblica è inarrestabile, è presidentessa delle donne di Azione Cattolica, meritandosi, in epoca successiva, per volere del Comitato di Liberazione, la carica di Vicesindaco.

La sua opera è incisiva, in particolare si rivolge a quelle fasce della popolazione più debole, mantenendosi operosa persino nell’ultimo quindicennio della sua vita, prodigandosi per il conforto degli infermi, ospiti, come lei stessa, dell’Ospedalino di Valenza, luogo in cui si spegne martedì 20 agosto del 1974.

Franco Montaldo



 24 novembre 2013