ospedale - IPubblichiamo di seguito la situazione evidenziata da un nostro lettore che mette in risalto i disagi che è costretto a subire in seguito al trasferimento, a Novi Ligure, del reparto di Ostetricia e Ginecologia.

E’ una lettera molto significativa a cui abbiamo deciso di dare ampio risalto perché i problemi che illustra sono comuni a moltissimi tortonesi.

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Egr. Direttore,

la tanto conclamata riforma sanitaria con la chiusura di ospedali e reparti ospedalieri cosa ha significato per i cittadini? per chi vive la quotidianità?

Un semplice esempio di ciò che mi sta accadendo forse vale piu’ di mille parole. Quelle parole di cui si riempiono la bocca i poilitici, distaccati dal territorio e dalla realtà, che non hanno minimamente idea dei disagi che provocano alle persone, agli anziani, a chi non ha nessuno.

Il caso dell’ospedale di Tortona. Si e’ arrivati alla chiusura del reparti di ginecologia per i ricoveri – funzionano solo le visite ambulatoriali programmate. E tralascio l’argomento punto nascita, la buona e tanto cara ostetricia dove i nostri figli sono nati tra mille premure delle persone che li vi lavoravano.

Mia madre, persona anziama, dovrà subire un intervento operatorio ginecologico. Dovrà recarsi a Novi Ligure, in prericovero e ricovero.

Cio’ significa spostamenti, ore di lavoro di lavoro perse per me, permessi da richiedere in azienda da parte mia per portarla, assisterla, andarla a trovare. Spese di benzina, tempo che non posso dedicare a mio figlio per le sue necessità. Con la ginecologia a Tortona sarebbe stato tutto più semplice.

Evidentemente chi parlava di riforma che avrebbe portato vantaggi ai cittadini, apriva la bocca solo per dire le solite frasi fatte.

Questo mio caso, come probabilmente molti altri a Tortona, dovrebbe fare riflettere chi ha pensato la chiusura dei reparti dell’Ospedale di Tortona. Ma dubito cio’ avvenga, a lorsignori non interessano i problemi reali. L’importante e’ intascare il lauto stipendio (non meritato) il 27 del mese.

Forse servirebbe un segnale piu’ pratico e deciso da parte delle persone che invece lavorano veramente e non scaldano una sedia in Regione. Un segnale che faccia riflettere i politici regionali (ma questo vale per tutti i politici), capaci solo di riempirsi la bocca di frasi vuote, aria fritta. Forse è giunto il momento di invertire la rotta perchè altrimenti ci si farà male. Tutti.

La ringrazio cordialmente.

 Lettera firmata


18 novembre 2013