Le famiglie in ginocchio ormai non si contano più, così come non si contano più i posti di lavori persi, i negozi che hanno chiuso, la riduzione dei consumi, i mancati rinnovi contrattuali per quei pochi fortunati che possiedono ancora un posto di lavoro, la crisi incalzante che ha risucchiato tutte le risorse finanziarie della gente, ha messo sul lastrico una marea di persone e sta penalizzando tutti i giovani che non riescono a trovare un posti di lavoro.
In compenso ci sono pensioni d’oro, fior di politici e dirigenti che navigano nell’oro, immigrati che grazie alla ricongiunzione familiare ottengono pensioni minime per propri genitori, e via di seguito.
L’elenco dei problemi e di queste nefandezze di un’Italia “sballata” potrebbe continuare ancora ed essere molto lungo, ma le oltre 300 persone che sono scese in piazza della lega venerdì mattina in occasione dello sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali hanno preferito focalizzarsi su un un’unica parola: “basta!”
Basta a tutta questa situazione, ad una società dove il lavoro sta scomparendo e dove lo sfruttamento delle persone, ma soprattutto dei giovani sta raggiungendo livelli impensabili.
Basta alla crisi, che ha rovinato il nostro bel Paese, alle disparità e sperequazione tra chi ci governa e il popolo.
Sembra di essere tornati indietro di secoli, alla rivoluzione francese quando il popolo oppresso contro i nobili e la casta si è ribellato.
Non sappiamo cosa succederà in futuro, ma una cosa è certa: se non arriverà presto un’inversione di tendenza a quella situazione che vide Marat, Danton e Robespierre guidare la rivolta, ci siamo molto vicini.
15 gennaio 2013