Pubblichiamo di seguito una lettera di un operatore scolastico tortonese che per ovvi motivi chiede l’anonimato.

La lettera spiega con dovizia di particolari il motivo per cui la scelta del Comune di trasferire la scuola materna “Regina Margherita” di via Bidone allo “Scolastico” sia sbagliata.

Diamo ampio spazio alla lettera proprio perché si tratta di un “addetto ai lavori” con una visione da un punto di vista diverso da quelli finora ospitati che sono stati di tecnici, politici, semplici cittadini.

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Egregio Direttore,

il trasferimento della scuola dell’infanzia Regina Margherita da via Bidone all’ex biblioteca dello “Scolastico” è, a mio avviso, l’ennesima scelta inopportuna di questa amministrazione comunale rispetto alle scuole tortonesi.

Si è letto di perdite di contributi e della sordità del Comune rispetto alle richieste più che giustificate dei genitori: motivi già sufficienti per rivedere la decisione, ma c’è anche una ragione, molto più semplice e ovvia, per non trasferire la scuola di Via Bidone: ogni anno le scuole dell’infanzia di Tortona (e in particolare la “Mary Poppins”) sono costrette a non accogliere decine di iscrizioni per mancanza di locali; con l’espansione periferica della città (penso all’Oasi o a Via Guala 1000) i locali scolastici saranno presto insufficienti anche per gli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado (il “Patri” e la “Salvo D’Acquisto”, ad esempio, hanno quasi tutti gli spazi occupati).

Premesso che gli istituti scolastici tortonesi sono tutti validi e garantiscono un’offerta formativa di alto livello, mi chiedo che senso abbia ridurre gli edifici cittadini destinati alla pubblica istruzione: l’area vuota dello Scolastico non può essere un’alternativa ad una scuola già esistente, ma dovrebbe essere uno spazio aggiuntivo da destinare per sopperire alle carenze logistiche attuali o imminenti.

Da operatore scolastico, penso che sia un ragionamento semplice e orientato all’efficienza.

Sembra, invece, che questa amministrazione comunale, in fatto di scuola, preferisca “complicare le cose” e invece che rispondere alle richieste e alle esigenze dei genitori, ma soprattutto dei bambini e degli allievi, “si diletti” ad incontrare i sindaci dei paesi vicini per stravolgere, ancora una volta, l’assetto scolastico tortonese, causando probabilmente ulteriori disagi e discontento (come già accaduto).

Le soluzioni più semplici sono spesso le più efficaci, ma, probabilmente, in Comune c’è gente che, calcolatrice alla mano, pensa di saperne di più di chi la scuola, la vive ogni giorno!

 Lettera firmata



 11 novembre 2013