Seconda opera, come regista (ed attore) di Rocco Papaleo, attore italiano di 55 anni, mai protagonista assoluto in un film ma sempre con parti abbastanza rilevanti in tantissimi film italiani. Personaggio atipico e poliedrico, dopo “Basilicata coast to coast” ecco il secondo film da regista “Una piccola impresa meridionale” girato ad Oristano, in Sardegna, in posti che non conoscevo m di una bellezza incredibile.
Il mare per noi italiani, si sa, è molto particolare e il paesaggio sardo che si vede nel film è qualcosa di stupendo.
Scenografia a parte, però, Papaleo da meridionale, sceglie di prendere in giro alcune usanze tipiche meridionali: quella delle critiche delle comari, dei “si dice” delle apparenze e della paura di essere sulla bocca di tutti.
Il suo personaggio, Don Costantino, prete che non è più tale, è semplicemente spettacolare e solo Papaleo e pochi altri attori sarebbero stati in grado di rendere alla perfezione un personaggio così umano.
Ma ciò che colpisce sono gli incredibili personaggi che girano intorno al prete spretato, e soprattutto i temi scabrosi che Papaleo va a toccare: la religione, il finto perbenismo, la prostituzione, i gay, e molti altri, tutti con una vena molto ironica e non vi diciamo altro per non rovinarvi la trama.
Ottima la scelta degli attori con una citazione particolare per Giuliana Lojodice, 73 anni che interpreta la mamma di Papaleo-Don Costantino: la parte è limitata ma l’attrice dà il meglio di se stessa e si vede che è soprattutto un’attrice di teatro. Molto brava.
In conclusione siamo di fronte ad un buon film, originale e graffiante, comico ma con un’insita denuncia contro il perbenismo e l’ipocrisia: bravo Papaleo.
26 ottobre 2013