Nella giornata di giovedì le telecamere di “Mattino 5” la nota trasmissione delle Reti Mediaset, condotta da Federica Panicucci e Federico Novella sono giunte in provincia di Alessandria per filmare e documentare il caso dei 35 Velo Ok, i cassoni di plastica sistemati sulle strade provinciali della provincia ed in particolare, a Rivalta Scrivia, Casalcermelli, sulla strada della Val Curone a Montemarzino e in altre località.
Ad Alessandria, verso le dieci di giovedì mattina in piazza della Libertà c’era l’inviata di Manuela Carca, mentre in studio, a Milano con i due conduttori era presente il presidente nazionale di Globoconsumatori, Mario Gatto.
Le immagini hanno documentato come i Velo Ok costituiscano spesso un intralcio alla circolazione stradale, ma il punto dolente su cui ha insistito la trasmissione, è stato il fatto che questi cassoni di plastica non sono a norma e non possono essere utilizzati per elevare multe e sanzioni.
E allora la domanda che si pone è questa: per quale motivo la Provincia di Alessandria ha speso, a quanto pare oltre 70 mila euro per l’acquisto di questi “dissuasori” di velocità che non sono stati omologati dal Ministero dei Trasporti?
Mario Gatto presidente di Globoconsumatori ha spiegato la posizione sua e dell’associazione che rappresenta: “Questi strumenti – ha detto in trasmissione – non possono essere utilizzati per elevare contravvenzioni perché, come recita una nota del Ministero, non sono inquadrabili nel Codice della strada e per questi manufatti non è stata concessa alcuna omologazione.”
“Voglio sgombrare subito il campo da ogni equivoco – ha aggiunto Gatto – io sono un fautore del rispetto massimo delle regole del Codice della Strada, però così come gli automobilisti devono rispettare il Codice , altrettanto le Pubbliche amministrazioni non possono utilizzare determinati strumenti solo per fare cassa. Chiediamo alla Provincia di Alessandria e a tutte le altre province italiane che li hanno collocati, di regolarizzarli: se sono regolari che vengano utilizzati, altrimenti che vengano tolti. Oggi questi strumenti, come dichiarato dal Ministero dei Trasporti, non sono a norma e non possono neanche essere utilizzati come strumenti di segnaletica stradale.”
E allora perché sono stati messi?
Perché spendere soldi pubblici, dei contribuenti, per apparecchiature non a norma posizionate tra l’altro in posizione pericolosa, vicino alla strada?
Apparecchiature che costituiscono anche un pericolo per la circolazione stradale, perché non essendo preventivamente segnalate, accade che un automobilista, quando le vede all’ultimo momento, spesso frena all’improvviso costituendo un pericolo per gli altri che procedono dietro di lui.
Perché, malgrado tutte queste prescrizioni al Provincia li ha collocati sulle strade di sua competenza?
L’inviata di Canale cinque cercava una risposta dall’assessore provinciale alla viabilità, Graziano Moro, che non era in sede, ma al mercato.
Lo ha chiamato al telefono cellulare facendogli una domanda diretta: “Sono regolari questi totem?” L’assessore Moro non risposto ma ha tergiversato, e quando Manuela Carca gli ha chiesto se era il caso di effettuare questa spesa, Moro risponde che questi strumenti sono funzionanti, ma senza presidio sono semplicemente delle scatole vuote.
L’inviata incalza: se sono scatole vuote era il caso di far spendere ai cittadini questi soldi? “Questo – replica Moro – bisognerebbe dirlo a chi lo ha deciso”
Manuela Carca insiste: E chi lo ha deciso? Non è lei l’assessore alla viabilità?
La domanda rimane in sospeso perché il conduttore stoppa l’inviata rinviando tutto alla seconda puntata in programma venerdì.
24 ottobre 2013