Padre e figlio, calabresi, titolari di una azienda di Reggio Calabria che aveva vinto l’appalto per i lavori di messa in sicurezza della stazione di Valenza e tre dirigenti compiacenti delle Ferrovie sono stati arrestati con l’accusa di frode ai danni dello Stato. Altre cinque persone, invece sono state denunciate per la stessa vicenda.

conf stampa 14.10 - G

Un momento della conferenza stampa

Questi i risultati dell’operazione “Railway” che sono stati illustrati lunedì mattina durante una conferenza stampa che si è svolta presso il comando provinciale di Alessandria e che ha visto finire in manette l’ingegner Giovanni Guarrasi, 60 anni, di Rivalta Torinese, il geometra Giorgio Ghi, 64, di Azzano d’Asti, il geometra Nicolino Bagnato, 44 anni, di Asti (tutti e tre dirigente delle Ferrovie Italiane), Rocco Foti, 70 anni, di Cosoleto, amministratore delegato dell’impresa aggiudicatrice Consoter srl e il figlio Annunziatino Foti, 36 anni, procuratore speciale della stessa azienda.

L’accusa è di frode allo Stato per i lavori di messa in sicurezza della massicciata nei pressi della stazione di Valenza, costati, secondo i carabinieri, poco meno di 200 mila euro e pagati dalle Ferrovie dello Stato 4 volte tanto perché il progetto originario è stato stravolto e i materiali non erano quelli inizialmente previsti.

 

I PARTICOLARI DELL’INCHIESTA


Il colonnello Della Nebbia mentre illustra i dettagli dell'operazione

Il colonnello Della Nebbia mentre illustra i dettagli dell’operazione

A dare il via all’inchiesta che riguardava i lavori eseguiti lungo la linea ferroviaria Arona – Alessandria per un tratto di circa 170 metri nel territorio di Valenza è stato il sindacato attraverso un esposto che metteva in risalto la diversità dei materiali rispetto a quelli previsti nel progetto originale. In particolare quelli che dovevano essere i pali alti 18 metri avevano un’altezza compresa fra i 3 ed i 6 metri oltre a tutta una serie di altri interventi non conformi al progetto originale per i quali l’azienda calabrese aveva vinto l’asta offrendo 550 mila euro, che poi sono lievitati a 770 mila pari alla somma a base d’asta su cui i calabresi avevano effettuato il ribasso.

L’esposto è stato presentato nel 2012 ma le indagini dei carabinieri sono state molte lunghe e laboriose, anche alcuni dirigenti hanno cercato di ostacolare il loro lavoro attraverso atti falsi o postumi rispetto a quelli originariamente previsti.

“Le false attestazioni e la documentazione tecnica falsa – è stato detto durante la conferenza stampa dal Colonnello della Nebbia – avevano di fatto coperto la frode perché per la particolarità dell’opera )(la palificazione è un’opera di contenimento che viene realizzata quasi totalmente al di sotto del piano di campagna ed una volta messa in opera la sua verifica e di fatto molto complessa e dispendiosa) le verifiche e il successivo collaudo non avrebbero permesso di constatare l’enorme differenza tra il progetto ed i lavori effettivamente realizzati

“Stimiamo – ha concluso il colonnello che i costi per la realizzazione dell’intervento (che è stato ultimato) siano di poco superiori ai 150 mila euro, a fronte di usa spesa realmente sostenuta dalle Ferrovie di 770 mila euro.”

 14 ottobre 2013