Dopo che il Partito Democratico avrà realizzato le sue Primarie vogliamo andare ad un confronto sui nodi principali del programma, presentando le nostre idee sul governo della città nei prossimi cinque anni e chiedendo di delineare bene i confini della coalizione.
Non possiamo governare con un Pd che strizza l’occhio ad un elettorato di centro o, peggio ancora, di destra. In quel caso cercheremo di realizzare l’unità delle forze della sinistra alternative al Partito Democratico e ci presenteremmo con una nostra lista alle amministrative”.
Chi parla così è Filippo Orlando, membro della segreteria provinciale e responsabile del Circolo di Novi di Rifondazione Comunista.
Come mai questa presa di posizione da parte di Rifondazione Comunista?
Nel 2009, nel mese di ottobre, anche se non partecipammo alle primarie, eravamo già ad uno stadio molto avanzato della stesura del programma. In questo momento è stato presentato il programma da parte dei tre candidati alle Primarie. Ci chiediamo se il Partito Democratico vuole aprire un confronto serio con le altre forze della Sinistra. E quando parlo di confronto serio significa non andarvi per ottenere qualche Assessorato, Presidenze in società partecipate, posti in lista o contentini sul programma. Noi vogliamo portare il nostro contributo ed avere voce in capitolo sulla Novi della prossima amministrazione. Se sarà di sinistra. Soprattutto sulle questioni strategiche dove non deve essere il solo Partito Democratico a decidere. Se ci saranno sensibilità diverse in quel partito, se ci sarà un salto di qualità nella loro elaborazione, allora la discussione è possibile. Inoltre anche adesso il confronto con il Partito Democratico su alcuni problemi fondamentali dell’attività amministrativa non è così frequente come avveniva un tempo e come dovrebbe essere.
Nel caso in cui questo accordo non si raggiungesse cosa fareste?
In quel caso ci presenteremmo all’elettorato con una nostra lista di sinistra alternativa che punti a raccogliere voti anche presso quegli elettori del Pd insoddisfatti della politica condotta da questo partito.
E’ un rischio per la sinistra, teniamo conto che il panorama politico cittadino è cambiato con l’ingresso in scena del Movimento 5 Stelle. Quasi certamente si andrà al ballottaggio, bisogna vedere fra quali forze politiche. E’ d’accordo?
Questo può succedere. Il Movimento 5 Stelle, nonostante un momento di defaillance, è sicuramente molto forte e localmente lo è anche di più perchè la forza dei No Tav si è trasferita, in larga misura, nel partito di Grillo. Certo c’è il rischio ma le alleanze si costruiscono su chiari elementi programmatici. Ripeto: se si vogliono introdurre delle politiche per pescare nell’elettorato di centro o di centro-destra, uscendo dai confini tradizionali della sinistra, noi non ci possiamo stare. .
Avevate già chiesto un confronto con il Partito Democratico?
Si e c’era stato risposto che era troppo presto. Adesso però bisogna buttare giù le carte.
Voterete alle Primarie del Pd?
No, non vedo perchè dovremmo votare alle Primarie di un altro partito. A parte il discorso sulle Primarie e sul loro essere lo strumento più adatto per designare il candidato sindaco, non capisco perchè il Partito Democratico affermi che sono aperte se poi, nel regolamento, c’è scritto che si deve aderire alla Carta dei Valori di quel partito. Ma se io faccio parte di un altro? C’è una notevole dose di ambiguità.
Programma: quali sono i vostri punti principali?
Per Rifondazione Comunista è assolutamente inaccettabile che, per risolvere i problemi finanziari del Comune, si debbano vendere le partecipazioni azionarie nelle partecipate, negli immobili e poi magari anche la Farmacia. Avanza poi il concetto di aziendalizzazione, un concetto che contraddice tutto il percorso storico di Rifondazione e credo che sia un salto, politico e culturale, anche per il Partito Democratico. Anche la dismissione del Centro Anziani, che è stata una conquista di Rifondazione attraverso l’allora assessore Ippolito Negro ed è un fiore all’occhiello per i servizi sociali del Comune, la ritengo di notevole gravità.
No all’alienazione di immobili, no alla vendita di quote azionarie nelle partecipate. Ed allora che cosa proponete?
Mi rendo conto che alzare le tasse, soprattutto in un momento come questo, può non costituire una politica popolare. Se, però, si offrono ai cittadini dei servizi veramente efficienti è un discorso che si può affrontare. Penso in primo luogo alla pulizia delle strade. E poi in Italia manca una tassa sulle rendite, sul patrimonio in un’ottica di progressività. Una parola sul federalismo fiscale caro ai Leghisti, un concetto che si fonda sui Comuni. Ma se i Comuni li si eliminano come può esistere il federalismo fiscale? Sento inoltre che da taluni esponenti politici si vorrebbero fare investimenti significativi sulle strutture sportive: dove reperiamo i fondi necessari? E poi….
Poi?
Poi c’è il discorso della ristrutturazione del Teatro Marenco sul quale nutriamo forti perplessità. E’ vero, sono stati concessi 4 milioni di euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio e da Arcus con il Comune che ha messo in preventivo 400.000 euro. Ma questo concerne solo il primo lotto di lavori, anche se il più importante. Poi ci sono gli arredi, la gestione, l’altra parte dell’edificio da ristrutturare alla quale, prima o poi, si dovrà por mano. Comunque abbiamo votato il bilancio per chiudere la conciliatura e perchè nel bilancio sono compresi i 178.000 euro per il salario accessorio dei dipendenti comunali. Il discorso del salario accessorio.
Il salario accessorio: quale la vostra posizione?
Si sapeva da tempo che lo si sarebbe dovuto affrontare, perchè non se ne è mai discusso? Questo nel metodo. Nel merito si devono trovare gli strumenti per poterlo erogare in quanto non è solo una questione sindacale ma anche un segnale che viene dato alla città. Il salario accessorio deve migliorare l’efficienza e l’efficacia dei settori in cui ognuno lavora ed all’interno di quei settori le persone meritevoli. Ma, a parte il concetto di meritocrazia per cui non si capisce chi è veramente la persona meritevole, mi sembra che Marubbi abbia affermato in Consiglio Comunale che i servizi che giustifichino l’erogazione del salario accessorio non possono più essere istituiti senza validi motivi. Qui si deve entrare con una politica sindacale forte e seria. Perchè tagliare il salario accessorio non significa solo un danno per i lavoratori ma anche un riconoscimento implicito di rinuncia a migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi ed a quel punto diventerebbe un semplice risparmio a vantaggio del bilancio del Comune. E trovo singolare che, in Consiglio Comunale, la proposta per fare uscire la maggioranza dalle secche in cui si trovava l’abbia fatta un Tuo che fa parte dell’opposizione.
Maurizio Priano
11 ottobre 2013