Lo strumento è sicuramente straordinario ed arriva dopo due anni di raccolta fondi. Stiamo parlando di un ecografo nuovo di zecca, capace di ricostruire in tre dimensioni le camere cardiache per migliorare diagnosi e trattamento delle malattie al cuore.

Questo grazie all’impegno e alla dedizione della Fondazione Uspidalet ONLUS che con costanza e continuità ha saputo raccogliere donazioni e mantenere alta l’attenzione attraverso eventi ed iniziative nella provincia di Alessandria.

Il nuovo ecografo è stato presentato martedì mattina durante un incontro pubblico che si è svolto all’interno dell’ospedale alessandrino

Un momento dell'incontro nella sala convegni dell'ospedale

Un momento dell’incontro nella sala convegni dell’ospedale

Nicola Giorgione, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, esprime la massima soddisfazione per l’inaugurazione: “Nonostante il periodo di crisi che stiamo attraversando – dice – grazie alle donazioni come questa e a piccoli investimenti stiamo cercando di rinnovare il parco tecnologico per garantire le migliori terapie e le migliori diagnosi accompagnate dal miglior livello di sicurezza verso i pazienti. Desidero quindi ringraziare coloro che hanno partecipato al progetto e la Fondazione Uspidalet ONLUS che se ne è fatta carico”.

“L’ecografo permetterà di migliorare i successi e di ridurre i rischi degli interventi nel campo dell’elettrofisiologia – dice Gianfranco Pistis, direttore della Cardiologia che spiega in dettaglio tutta l’utilità di questo nuovo strumento – In particolare mi riferisco alle ablazioni: minuscole “bruciature” effettuate all’interno delle cavità cardiache nei punti da cui originano le aritmie con l’obiettivo di eliminarle in modo definitivo. Tali bruciature si effettuano utilizzando la radiofrequenza applicata alla punta di speciali cateteri fatti arrivare all’interno del cuore attraverso le vene e le arterie periferiche e, quindi, senza effettuare un intervento propriamente detto e senza cicatrice. Per questo motivo è sufficiente l’anestesia locale. Durante queste procedure sono di grande utilità i raggi X che permettono di visualizzare i cateteri fatti avanzare dall’operatore lungo i vasi sanguigni fino al cuore. Purtroppo è noto che i raggi X sono dannosi sia sull’operatore che sul paziente. Con l’ecografo donatoci, utilizzato in abbinamento con un altro apparecchio già in nostro possesso, è possibile la ricostruzione di mappe delle camere cardiache in tridimensionale (3D) che sono di grande ausilio per posizionare i cateteri nel punto da bruciare con una precisione decisamente superiore aumentando appunto la percentuale di riuscita delle ablazioni. Inoltre con queste modalità si ottiene una significativa riduzione dell’utilizzo dei raggi X fino ad azzerarli in alcuni casi (“procedure a raggi zero”). Presso la nostra cardiologia sono già state effettuate delle procedure a raggi zero che, con questo nuovo apparecchio, potranno trovare una più larga e facile applicazione. Le procedure a raggi zero sono effettuabili su tutti gli individui ma trovano particolare indicazione su bambini e donne in gravidanza, categorie particolarmente sensibili ai danni da raggi X.”

1° ottobre 2013