Di seguito pubblichiamo una lettera della signora Ivana che abbiamo ricevuto un paio di giorni fa: una lettera che ci ha incuriosito ed abbiamo deciso di contattare lei ed il marito, un uomo che lavorava per la Congregazione di Don Orione e che a suo dire – come potete leggere anche dalla lettera – non gli è stato riconosciuto un infortunio che adesso gli starebbe creando non pochi problemi di salute.
L’uomo che si chiama Francesco come il Papa, a cui hanno scritto lui e la moglie, ci ha detto di essere disperato e se non succede qualcosa nel frattempo, minaccia di fare un gesto eclatante proprio durante la prossima Festa della Madonna della Guardia.
Scopo di questo gesto sarebbe quello di richiamare le attenzioni soprattutto dei sacerdoti, perché è a loro che si è rivolto e non ha ancora ricevuto una risposta positiva.
L’uomo potrebbe arrivare ad incatenarsi in chiesa durante la funzione religiosa o fare altre azioni dimostrative.
L’idea potrebbe non essere campata in aria: già in passato, infatti, Francesco si sarebbe rinchiuso all’interno di un locale della Congregazione orionina e solo l’intervento dei Carabinieri avrebbe impedito che la situazione degenerasse.
Di seguito pubblichiamo la lettera della moglie.
Come sempre lasciamo ogni giudizio in merito ai nostri lettori.
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Spettabile Direttore,
Le scrivo sperando che lei mi pubblichi, perchè la situazione della mia famiglia è molto grave.
Mio marito Francesco ha lavorato come cuoco presso l’istituto Paterno di Tortona San Orione sotto la direzione di Don Severino, poi purtroppo la casa è stata trasferita a Roma e lui è diventato un esodato.
Ha 64 anni, senza nessun alternativa. Ora non riesce a trovare lavoro causa l’età e il mal di schiena procuratogli da un incidente, avvenuto dopo un mese dall’assunzione, in orario di lavoro, nel cortile del Paterno per raccogliere le ciliegie per i confratelli.
L’infortunio non è mai stato denunciato perché la Comunità avrebbe avuto pubblicità negativa!
A tutto questo io ero presente, ma Francesco, ha dovuto denunciare al Pronto Soccorso di essere caduto dalla bicicletta ed io e mia figlia lo abbiamo sostituito in cucina per non fargli perdere il posto di lavoro.
L’incidente ha procurato a mio marito, ricoverato per quindici giorni all’ospedale ed operato d’urgenza, la perforazione del polmone, la frattura di tre costole e due dischi schiacciati nella schiena, curati in seguito, causa forti dolori, con massicce iniezioni epidurali di cortisone dal dottore Musiari, che ringrazio pubblicamente per la sua professionalità.
Francesco non ha potuto avere nessuna agevolazione dall’Inail per l’infortunio.
Io prendo la pensione di invalidità al cento per cento di 270 euro e non posso lavorare, mia figlia ci aiuta col suo stipendio part-time e abbiamo appena i soldi per sopravvivere.
Dall’Inps è arrivata la cifra della sua pensione che per un anno non può ancora prendere ma i contributi versati dal paterno come colf negli ultimi sei anni sono talmente bassi da ridurre dopo trent’anni di lavoro e versamenti l’importo al cinquanta per cento.
Questo ha fatto scattare in mio marito una depressione profonda.
Avvicinandosi la novena della festa della Madonna della Guardia, lo vedo sempre più pensieroso e si è chiuso in un penoso mutismo.
Non vorrei che stesse meditando qualche azione estrema che peggiorerebbe tutto.
Io mi rendo conto che la situazione italiana dei lavoratori è grave, ma la nostra situazione è addirittura paradossale; per questo abbiamo contattato Papa Francesco: la sua risposta tramite Monsignor Lombardi è stata chiara “Fate valere i vostri diritti” , ma nessuno ci ascolta.
Se qualcuno leggendo questo mio appello ci può aiutare penso che la Madonna lo ricompenserà, perchè come diceva San Orione “la carità salverà il mondo.” E noi nonostante tutto ci crediamo.
Ivana
17 agosto 2013