Quasi tutta gente comune al funerale di Massimiliano Ferrauto, il tortonese di 40 anni in coma da 21 anni in seguito ad un incidente stradale avvenuto nel 1992 e deceduto giovedì mattina mentre era ricoverato in ospedale. Le cerimonia funebre si è svolta sabato mattina, in Duomo, ed è stata celebrata dal vescovo Martino Canessa, di fronte a parecchia gente: i parenti non hanno chiesto fiori ma opere di bene ed infatti l’unico addobbo floreale era un cuscino floreale posto sulla bara insieme alla maglia numero 10 della Juventus di Alessandro del Piero.
Il vescovo di Tortona, durante l’omelia ha ricordato il grande sacrificio di Francesca, la Mamma di Massimiliano che per 21 anni ha accudito il figlio e gli è stata sempre vicino.
“Siamo qui – ha detto Canessa – al seguito del nostro fratello Massimiliano anche per una dimostrazione di affetto a chi soffre e a chi ha sofferto per 21 anni. Siamo qui per dire grazie alla mamma, esempio di assistenza che ha suscitato tanta solidarietà in molte persone fra cui Franco Mutti che è sempre stato vicino alla famiglia e dire grazie alle istituzioni e a tutte le persone che hanno aiutato la mamma.”
“Di fronte ad eventi come questo – ha aggiunto il vescovo durante l’omelia – siamo sempre più perplessi perché sono situazioni che troncano i sogni di una vita che deve svolgersi, di un cammino che deve proseguire e che invece viene rotto. Anche se di fronte a fatti come questo sorgono dei dubbi sulla presenza di Dio cerchiamo conforto nelle sue parole. Massimiliano, adesso, è entrato nella vita eterna dove può rendersi conto che esiste un senso anche in quelle situazioni che il giudizio umano reputa senza senso.”
A dare l’ultimo saluto a Massimiliano, oltre alla mamma Francesca, al papà Mario, al fratello Fabio con la moglie Francesca e il piccolo Thomas, anche lo zio e tanta gente, fra cui la moglie di Franco Mutti .
Il vescovo Martino Canessa insieme al parroco del duomo don Carlo Curone, ha accompagnato la salma fino all’esterno della chiesa dove un gruppo di amici teneva in mano un grosso cartellone con la scritta “Ciao Massi” e quando la bara è stata depositata nel carro funebre tutti hanno liberato in cielo palloncini bianchi; quei palloncini che fino a pochi istanti prima erano prigionieri e bloccati nelle mani della gente e che adesso all’improvviso erano liberi di svolazzare in cielo, liberi, da una prigione non voluta, liberi come adesso è libero Massimiliano.
27 luglio 2013