Sindaco, assessori, membri delle istituzioni e politici: li trovi dappertutto, alle inaugurazioni e alle manifestazioni più disparate, con le facce sorridenti magari con lo scopo di farsi immortalare dal fotografo di turno, o farsi citare sui giornali locali; nessuno però, che abbia partecipato al funerale di Massimiliano Ferrauto. O almeno, noi in chiesa, nelle prime file non li abbiamo visti e neanche fuori
Nessuno che abbia portato la solidarietà del Comune di Tortona ad una mamma che ha sacrificato 21 anni della sua vita, rinunciando a tutto pur di stare accanto al proprio figlio, o che abbia voluto testimoniare la presenza di tutta la città in un momento come questo.
In chiesa, sabato mattina, durante il funerale abbiamo visto in incognito e in forma privata, solo il consigliere comunale del PD Franco Filella, ma nessun esponente ufficiale del Comune di Tortona, come se un sacrificio del genere come quello fatto dalla mamma fosse una cosa normale, e come se fosse ritenuto “normale” vivere in stato vegetativo per 21 anni.
Eppure la vicenda di Massimiliano Ferrauto è salita agli onori della cronaca nazionale, è andata in televisione, e a casa di Massimiliano sono giunte 255 mila cartoline provenienti da ogni parte del mondo ad esprimere la solidarietà di tanta gente comune.
Ci è stato riferito che il Comune ha inviato un telegramma di condoglianze.
Non sappiamo se qualcuno del Comune ha preso parte alla recita del rosario venerdì sera, ma di certo al funerale di sabato non c’era nessuno in forma ufficiale e la situazione è stata fatta rilevare da diversi presenti che hanno stigmatizzato l’assenza del Comune.
Non conosciamo il motivo di questa assenza, ma è difficile trovare scusanti di fronte a situazioni come questa: persino la Diocesi ha capito l’importanza del momento ed infatti la cerimonia funebre è stata celebrata dal vescovo, un fatto che non capita tutti i giorni ma solo in casi eccezionali.
L’assenza del Comune e delle istituzioni brillava in chiesa e persino Monsignor Canessa è rimasto interdetto, tanto che c’è da chiedersi a che scopo rappresentare la città se la città poi non si esprime, attraverso il Comune, la propria vicinanza e solidarietà ai suoi figli durante l’ultimo saluto.
27 luglio 2013