In città se ne parla da diversi giorni perché sono ritenute pericolose per i bambini e per gli animali, oltre che per l’ambiente. Stiamo parlando delle esche per i topi disseminate un po’ dappertutto nel centro storico che costituiscono un potenziale pericolo per tutti. Il motivo? Come potete vedere dalle foto che pubblichiamo si tratta di scatole di plastica dove i topi entrano, attirati dall’odore, mangiano il veleno e si allontanano per andare a morire chissà dove.
Scatole con il teschio della morte, ben visibile che possono costituire un pericolo per la gente
Le proteste di molti alessandrini sulla scelta fatta dal Comune sono diverse: la fessura è talmente grande che potrebbe entrarci la mano di un bambino, sono collocate in luoghi pubblici e accessibili da chiunque, inoltre le scatole sono facilmente apribili com’è accaduto al parco Carrà quando alcuni ragazzi le hanno aperte ed hanno sparso il veleno dappertutto. Per fortuna che in quei giorni il clima era mite perché se ci fosse stata la pioggia il veleno che uccide i topi sarebbe sicuramente penetrato nel terreno.
Alle lamentele di molti alessandrini si sono unite, in questi giorni i comunicati delle associazioni animaliste che hanno protestato on maniera vibrante contro il comune perché queste trappole rischiano anche di uccidere animali domestici cari all’uomo con cani e gatti.
Le proteste per questo modo tutt’altro che condivisibile di uccidere i topi hanno raggiunto il culmine nella giornata di giovedì con l’intervento della Lega per Abolizione Caccia (Lac) che comunica che nella giornata di martedì 23 luglio ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Alessandria, riguardante lo spargimento di esche velenose per la derattizzazione in città.
“Come è possibile osservare nelle varie aiuole o parchi di Alessandria – afferma Stefano Bovone, delegato della Provincia per la Lac – la gestione della derattizzazione in città non è stata sicuramente compiuta con l’attenzione del buon padre di famiglia, che sarebbe doverosa quando si eseguono interventi del genere, per garantire il pieno rispetto della salute pubblica” –
Bovone intende proseguire nel suo impegno perché siano accertati i fatti per salvaguardare la salute di persone ed animali.
“Per primi in Alessandria, nel 2008 – aggiunge Bovone – abbiamo iniziato come associazione ad occuparci del tema delle esche avvelenate. Ai tempi furono sparse sicuramente non dall’ente pubblico, pertanto oggi abbiamo deciso di chiedere l’intervento della Procura per far luce sulla vicenda, anche per poter rispondere ai tanti cittadini che ci contattano preoccupati Disperdere nell’ ambiente sostanze velenose senza controllo oltre a violare l’ordinanza del Ministero della Salute del 10 febbraio 2012 nell’ art. 1 comma 3 e il Regolamento Tutela Animali del Comune di Alessandria, è pericolosissimo e rischia di generare anche una catena di vittime tra la fauna selvatica regolata dal naturale ruolo preda / predatore e patrimonio indisponibile dello Stato. Tra l’altro ci piacerebbe capire, anche, come sia possibile, a seguito delle dichiarazioni sui quotidiani, che siano state recuperate 400 carcasse di topi, visto che questo tipo di esche dovrebbe avere un effetto di reazione di 2/10 giorni ed è quindi impossibile trovare il cadavere vicino all’esca, ma sopratutto come sono state smaltite visto l’ingente quantità?”
“L’esposto è stato depositato – conclude Bovone – qualora si ravvisassero reati, come associazione, ci costituiremo parte civile”
25 luglio 2013