Nessun pullman sulle tratte extraurbane nel mese di agosto; tagli ai finanziamenti che per quanto riguarda la provincia di Alessandria saranno pari al 75%, il restante 25% per la provincia di Biella; piccoli paesi che praticamente saranno isolati: questi alcuni dati forniti nella riunione della Commissione Consiliare di Novi, dall’assessore Paola Cavanna e dal presidente del Cit, il Consorzio Intercomunale Trasporti, Federico Fontana.

Ed ancora, a rendere più drammatica la situazione: taglio del 20% del trasporto su gomma e del 40% in ferrovia in due province della regione anche se la linea Genova-Torino non sembra penalizzata; un trasporto pubblico che salvaguarderà il servizio nelle ore di punta, praticamente eliminandolo nelle ore cosiddette “morbide”; il problema del personale del Cit (Consorzio Intercomunale Trasporti) con 10-15 persone che risulterebbero in esubero. Un tavolo di discussione è stato aperto in Provincia ed in Regione sul trasporto pubblico locale ma l’assessore Paola Cavanna non si fa alcuna illusione al riguardo. E neppure Federico Fontana.

 

UN INCONTRO IN PREFETTURA SUL FUTURO DEL CIT

Venerdì si terrà un incontro in Prefettura in Alessandria. In Commissione consiliare Bruno Motta e Gianni Malfettani hanno posto due domande: quali conseguenze sui lavoratori e sull’utenza scolastica ed il futuro del Cit. Perchè nel Consorzio Intercomunale Trasporti il Comune di Novi, Comune centro-zona, detiene il 35% ma il resto è diviso fra sedici altri Comuni, fra cui alcuni piccoli.

E se questi piccoli non verranno serviti perchè dovrebbero restare nel Consorzio? Amareggiato l’assessore agli Affari Sociali Felicia Broda: “La Regione – dice – prende decisioni ed i Comuni non hanno voce in capitolo, possono solo subire. D’altra parte è inutile girarci attorno, la Regione Piemonte è sull’orlo del fallimento.” A fornire altri dettagli Federico Fontana, presidente del Cit: “La Regione, con delle motivazioni tecnicamente deboli, ha ritenuto di concentrare i tagli sulla provincia di Alessandria e, marginalmente, su quella di Biella. Motivazioni deboli ma che si basano sul fatto che la provincia di Alessandria è l’ultima, anche se per pochi decimali, fra le province piemontesi, in merito ai proventi da tariffa. Il ragionamento è stato quindi che, se questo dato è vero, ci sono corse che meritano di essere tagliate. E’ stata anche una operazione scientifica perchè, concentrando i tagli su di una provincia, hanno trovato la solidarietà delle altre che non vengono toccate o sono toccate assai marginalmente. Solidarietà nelle scelte regionali anche dalle due principali associazioni di trasporto, l’Asta e l’Anav. Consensi infine dalle organizzazioni sindacali regionali ai quali i tagli così effettuati vanno bene: per loro sarebbero stati più drammatici se effettuati nella realtà torinese.”

 

FONTANA: “LA REGIONE SBAGLIA”

Federico Fontana presidente Cit

Federico Fontana presidente Cit

Federico Fontana ritiene sbagliata la scelta della Regione sul piano dei servizi e dell’occupazione, non tenendo presente che la provincia di Alessandria ha 190 Comuni di piccole dimensioni che rischiano di essere fortemente penalizzati e, con loro, soprattutto molti anziani. Ribadendo anche lui che il problema è di difficile soluzione in quanto la Regione Piemonte è tecnicamente fallita.

“Le indicazioni fornite dalla Provincia che poi deve gestire l’organizzazione del trasporto pubblico locale – ha rilevato Fontana- sono state due. Innanzitutto quella, alle aziende pubbliche e private, di sospendere in maniera totale il servizio tra il 5 ed il 25 agosto sulle tratte extraurbane. Un periodo in cui molte persone sono in vacanza e che quindi incide meno sulla domanda del trasporto pubblico. C’è stato chi ha chiesto di rivedere una posizione così netta ma il fatto è che, se non si sospende il servizio in questo periodo, si rischia di diminuire nettamente il trasporto negli altri mesi dell’anno. Comunque qualcosa stiamo cercando di fare per non sospenderlo del tutto. La seconda di garantire tre fasce orarie di punta. La Provincia – aggiunge Fontana – ha chiesto di fornire delle proposte in merito a quanto prospettato, purchè a costo zero. Ed una proposta la si può fare, quella di evitare di costringerci a fare dei vuoti. Come Cit abbiamo i mezzi dislocati a Novi e chiederci di fare la prima corsa della giornata sulla tratta Arquata-Novi significa che all’andata il pullman sarà vuoto, la corsa appunto inizia ad Arquata, e questo vuol dire gravare sull’azienda di un ulteriore costo in un momento particolarmente difficile. Sarebbe bello portare un po’ di linee dalla punta alla morbida ma questo significherebbe rinunciare a dei proventi della biglietteria che la prima garantisce e quindi peggiorare i conti aziendali. E rischiare di non trasportare tutti gli utenti che hanno bisogno di utilizzare i mezzi, magari qualche studente o pendolare.”

 

SALVO SOLO IL TRASPORTO SCOLASTICO?

Salvo il trasporto scolastico, saranno quindi le tratte di metà mattino o metà pomeriggio ad essere penalizzate per quanto riguarda il trasporto extraurbano. Il problema rilevante, a questo punto, è quello dei livelli occupazionali.

“Se non ci fosse il problema economico-ha rilevato Fontana-potremmo tenere tutto il personale che abbiamo in organico, impiegandolo diversamente, anche controllando i parcheggi. Ma questo ragionamento non regge economicamente, si dovrà parlare di contratti di solidarietà e quindi non licenziare ma ridurre l’orario di lavoro e di conseguenza quanto i lavoratori percepiscono. Una trasformazione da full-time a part-time.”

Fontana ha quindi rilevato che gli introiti pubblici per un’azienda come il Cit sono l’80% mentre il 20% sono di biglietteria. In quanto ai costi i due terzi sono per il personale, quindi il gasolio ed il restante per ammortamenti, assicurazioni ed altro.

 

CONCLUSIONI

“Il prezzo del gasolio è variabile- fa notare il presidente del Cit – ma il problema grosso è quello del personale, abbiamo 10-15 unità in esubero e quasi tutto il personale è a tempo indeterminato, due sole persone erano a tempo determinato ed una di queste ha cessato mercoledì 3 luglio. Inoltre il personale è giovane e quindi non è possibile, sempre ammesso che lo sia, realizzare ammortizzatori sociali che li portino verso la pensione. Dal punto di vista dell’azienda i costi di struttura sono difficili da sostenere.” Fontana ha quindi rilevato che gli introiti derivanti dalle Onoranze Funebri e dai parcheggi sono in equilibrio o con un leggero attivo ma che, comunque, costituiscono una parte marginale rispetto al trasporto pubblico locale. In quanto alla collaborazione con la Saamo di Ovada, ditta delle dimensioni del Cit e con analoghi servizi, esiste una collaborazione ma nulla di più. “Ci hanno chiesto la nostra collaborazione-ha rilevato Fontana-per avviare i parcheggi a pagamento ed inoltre stanno valutando la possibilità di effettuare i trasporti per le onoranze funebri. Noi abbiamo già una esperienza in questi settori ed abbiamo dato loro dei consigli. Ma tutto, al momento, si ferma qui. C’è comunque il tentativo di sondare tutte le possibilità e fra queste, chiaramente, il servizio sostitutivo del trasporto ferroviario, che peraltro già facciamo e che dipende dal Compartimento Ferroviario di Genova.”

Quindi Fontana ha affermato che se per le Onoranze Funebri il Cit si trova in competizione con i privati, per quanto riguarda Movicentro ha calcato la mano su quelle che erano le premesse al momento della sua realizzazione. “Il presupposto-ha rivelato-era che tutti i parcheggi esistenti nel centro storico diventassero a pagamento, unico libero quello della ex-caserma. Cosa che non è mai avvenuta ed è per questo che Movicentro non può svilupparsi ulteriormente. Novi non è una grande città, ci sono i parcheggi di Piazza XX Settembre o dal sedime ferroviario, tanto per fare un esempio, ed in due minuti sei in centro. E non si può nemmeno fare un discorso di introduzione di tessere a scalare o con bancomat in quanto bisognerebbe rivedere tutti i parcometri con una spesa di circa 300.000 euro. Solo se i parcheggi del centro storico diventassero a pagamento si potrebbe fare un discorso di questo tipo.” Sui servizi a chiamata: “Per quanto riguarda il trasporto extraurbano dipendono dalla Provincia e qualcosa si può studiare. Riguardo al trasporto urbano ci sarebbero dei problemi di costi e di concorrenza con i taxisti.” E Fontana ha concluso amaramente: “Si deve ripensare il ruolo del Cit: in una situazione come quella odierna non è sostenibile.”

Maurizio Priano 



 4 luglio 2013