“Le sagre producono, anche in provincia, un giro d’affari milionario. In questo momento di difficoltà non possono continuare ad essere esentate da tutto, altrimenti la concorrenza sleale con la ristorazione è palese. E insostenibile”. Lo dice il presidente provinciale dell’Associazione Commercianti Luigi Boano.
“Sono anni – aggiunge Boano – che ogni estate la nostra Associazione è in prima linea per difendere la ristorazione da una concorrenza sleale che, ancor più in questi anni di gravi difficoltà congiunturali, non può essere tollerata”.
L’indice è puntato contro quelle sagre che nulla hanno a che fare con il (giusto) concetto di promozione dei prodotti tipici, che ispira invece le sagre autentiche (contro le quali l’Ascom non ha nulla da eccepire) ma servono solo a celare dietro ad un nome che dà tanti vantaggi fiscali, veri e propri ristoranti che, giocando con regole diverse da quelle a cui devono sottostare i ristoratori tradizionali, generano un pericoloso meccanismo di concorrenza sleale.
L’Ufficio Studi dell’Associazione Commercianti della Provincia di Alessandria aveva già qualche anno fa stimato che il giro d’affari prodotto dalle sagre durante la stagione estiva in provincia superava di gran lunga i 2 milioni. “Numeri – commenta Boano – che non possono essere ignorati, perché muovono interessi di notevole rilevanza, ancor più in un momento difficile come quello che stiamo affrontando e soprattutto quando agli operatori del commercio tradizionale si chiedono continui e sempre più grandi sacrifici e si impongono decisioni che aggravano costantemente la situazione, come l’imminente aumento dell’Iva”.
Ed ecco l’idea lanciata dalla Fipe nazionale e ripresa con forza anche sul territorio locale dal Presidente Boano: “Le risorse necessarie a scongiurare l’aumento dell’Iva, ennesima sciagura che si abbatterebbe sul comparto commerciale deprimendo ancor più ( ammesso che sia possibile) i consumi, potrebbero essere reperite rimuovendo le esenzioni fiscali di cui beneficiano sagre, feste di partiti politici, circoli privati, circoli sportivi, etc.”
Il ragionamento appare chiaro e, forse, sin troppo semplice: “Rimuovere i privilegi di alcuni – aggiunge Boano – permetterebbe di creare condizioni migliori per tutti gli altri, aiutando la tanta agognata ripresa economica”. E dietro a questo ragionamento si cela, nemmeno troppo, anche un senso di giustizia sociale:
“Il momento è drammatico e i sacrifici sono indispensabili, ma perché ad alcuni (sempre gli stessi…) si chiedono sforzi e rinunce (sempre più grandi…) e ad altri non si chiede nemmeno di rinunciare a privilegi spesso ingiustificati? Che tutti facciano la propria parte”.
Ascom Alessandria