Sale la tensione sul territorio. I danni da fauna selvatica aumentano e costituiscono per l’agricoltura una vera e propria emergenza.

Ogni giorno il mondo dei campi si trova a dover fare i conti con cinghiali e caprioli e, naturalmente, con i ritardi nei pagamenti.

Coldiretti da tempo è impegnata nel fronteggiare il problema e intende proseguire questa battaglia a tutela non solo del settore agricolo, ma dell’intera società.

Una situazione che la Coldiretti ha già più volte denunciato e fatto propria cercando di portare davanti alle Istituzioni la voce della propria base, esasperata per i continui problemi provocati da ungulati e animali selvatici in generale.

Bisogna potenziare gli sforzi per fronteggiare una situazione sempre più insostenibile per le aziende, che continua a provocare grande preoccupazione negli imprenditori agricoli, oltre che danni ingenti ai bilanci aziendali. Solo con una sempre più decisa opera di prevenzione sarà possibile limitare al minimo i danni e di conseguenza gli esborsi per i risarcimenti che pesano sui bilanci della pubblica amministrazione per gli indennizzi.

A livello regionale si stanno portando avanti interventi concreti finalizzati a far inserire nella nuova legge sulla caccia modifiche sostanziali, ossia un’ immediata integrazione del disegno di legge della Giunta da parte del Consiglio regionale, rivolta non solo ai cinghiali ma anche ai caprioli.

Riteniamo, infatti, che il disegno di legge attualmente in discussione possa essere rafforzato e migliorato nell’interesse delle imprese, dell’ambiente e di tutta la società.

Se non dovessero essere accolte le nostre richieste, ci riserviamo azioni di sensibilizzazione anche con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali e delle varie associazioni costituitesi a difesa degli interessi del cittadino.

Il documento presentato da Coldiretti in Regione è molto articolato e parte dalla constatazione che il disegno di legge attualmente in discussione affronta la tematica essenzialmente dal punto di vista venatorio, senza dare risposte risolutive alle esigenze del mondo agricolo ed alla società civile.

In particolare, abbiamo chiesto di introdurre la possibilità del controllo delle specie di fauna selvatica in eccesso, nello specifico cinghiali e caprioli, dando la possibilità agli agricoltori di attuare con modalità molto semplificate forme di contenimento delle specie selvatiche sui fondi propri o condotti a qualsiasi titolo.

Un modo per tutelare il reddito delle imprese agricole, visto che in questi anni i piani di abbattimento predisposti dalle Province, con il solo ausilio dei cacciatori, non hanno portato ad alcun risultato, anzi la situazione è notevolmente peggiorata sia dal punto di vista agricolo che sociale.

Inoltre, Coldiretti auspica che giunga in tempi brevi l’autorizzazione dell’Ispra per rendere operativo, da parte della Provincia di Alessandria, il piano di controllo degli ungulati mirato ad intervenire in modo rapido ed efficace per il contenimento della fauna selvatica in provincia di Alessandria.

I rappresentanti Coldiretti attraverso gli ATC si sono sempre adoperati affinchè tale problema venga preso in debita considerazione non solo per l’indennizzo dei danni ma, soprattutto, nell’ambito della prevenzione.

Oggi, infatti, le imprese agricole sono esasperate dalla mancanza di strumenti adeguati ad arginare la presenza degli ungulati.

Pertanto il controllo faunistico dovrebbe essere attuato tramite un’ordinanza di protezione civile, ricorrendo a diversi strumenti quali ad esempio, allontanamento con strumenti sonori e visivi, cattura con gabbie, reti e altri mezzi idonei. Un controllo faunistico, in questo caso, inteso come l’attività di contenimento numerico, di allontanamento e di eradicazione.

Per quanto riguarda il rapporto tra caccia e agricoltura, Coldiretti ha le idee chiare e ribadisce che una riforma della legge venatoria deve riconoscere e valorizzare il ruolo multifunzionale che svolgono le imprese agricole promuovendo l’attuazione di misure di recupero e ricostituzione degli habitat naturali che consentono il ripopolamento e la presenza della fauna sul territorio.

Agricoltura, attività venatoria e tutela dell’ambiente sono attività tra di loro perfettamente compatibili purchè l’esigenza di conservazione della fauna selvatica non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole.

Coldiretti -Alessandria



 16 giugno 2013