Con molta fatica sono riuscito a trovare i dati relativi ai container del porto di Genova per i primi tre mesi dell’anno 2013. Su internet sono praticamente scomparsi e sui giornali, tipo Il sole 24 ore , si scrive che rispetto al 2010 sono aumentati del 7%. A questo punto si potrebbe anche andare a fare un raffronto con il 2005 e si scoprirebbe che c’è un forte calo.

Quello che importa è che alla fine dell’anno si arriverebbe con questo ritmo a un milione e 900.000 container, quando per il 2010 erano previsti4 milioni !

(Ricordiamo sempre che su treno verso nord – dichiarazioni dell’autorità del porto – non ne vengono caricati più di 35.000 all’anno.

In questi tre primi mesi il calo, rispetto ai mesi analoghi del 2012, è del 2,7% !

 

L’Amministrazione comunale di Arquata Scrivia chiede che non venga rinnovata la pubblica utilità del progetto del Terzo Valico.

L’amministrazione comunale lo ha fatto inviando le proprie osservazioni a Italferr, società del gruppo Fs che si occupa della richiesta presentata nei mesi scorsi da Cociv al governo

Grazie alla pubblica utilità Cociv può, fra l’altro, eseguire gli espropri, finora portati a termine a Fraconalto, Voltaggio e Carrosio e invece impediti dal movimento antitav negli altri Comuni interessati dal primo lotto dei lavori, cioè Serravalle, Arquata e Gavi.

Già rinnovata per due anni in passato, la dichiarazione scade il 25 agosto e Cociv ha avviato la procedura per il secondo rinnovo.

L’8 maggio scorso sono scaduti i termini per la presentazione delle osservazioni.

Il sindaco Paolo Spineto ha inviato un documento nel quale si evidenzia come «il contestato economico in cui era stato pensato il progetto del Terzo Valico, nel 1992, era profondamente differente dall’odierno, tanto da prevedere una crescita del porto di Genova del 18% che avrebbe portato alla saturazione delle linee ferroviarie esistenti, oggi in realtà ferma all’1,5%».

Sulle due linee dei Giovi, ricorda il primo cittadino, oggi transitano due treni merci al giorno, pari a 96 container, a fronte di un potenziale di 150 treni e di oltre 2 milioni di container, senza contare la presenza dei porti di Savona e La Spezia con le relative linee ferroviarie.

Nel documento inviato a Italferr si sostiene che “appare poco credibile sostenere che una linea Genova-Tortona divisa in lotti non funzionali di incerto finanziamento possa un giorno arrivare a Rotterdam. La divisione in lotti non garantisce neppure il rispetto delle prescrizioni del Cipe e, rispetto al progetto definitivo, è stata considerata carente, incompleta, inesatta e non esaustiva nei confronti nei confronti delle tematicheterritoriali”.

Citati infine i rischi per la salute dei cittadini derivanti dall’amianto e dall’inquinamento e per le fonti degli acquedotti. Anche l’associazione Amici delle Ferrovie e dell’Ambiente (A.f.a.) ha presentato analoga richiesta a Italferr.

Antonello Brunetti



 21 maggio 2013