Tre notizie di questi giorni aprono grossi interrogativi sul futuro della Sanità e sul modo di fare politica dei nostri amministratori.
La prima risale a qualche giorno fa che noi abbiamo volutamente ignorato ed era emersa durante una conferenza stampa del Partito Democratico e riguardava lacune dichiarazioni del sindaco di Alessandria, Rita Rossa, che aveva rilanciato l’idea – in auge alcuni anni fa – di costruire un nuovo ospedale ad Alessandria superando l’idea di costruirlo al quartiere Cristo come stabilito dal consiglio comunale durante la giunta Fabbio, ed aveva proposto altre due aree, quella Borsalino e di Alessandria 2000.
Un’idea guarda caso, ritornata prepotentemente in auge a pochi giorni di distanza dalla nomina ad assessore regionale della sanità dell’alessandrino Ugo Cavallera.
Per il nuovo ospedale, Alessandria si avvarrebbe, secondo Rita Rossa, del project financing, un finanziamento cioè garantito dai flussi di cassa previsti dalla gestione dell’opera cioé completamente a carico di soggetti privati, ma non è stato chiarito nel dettaglio che “ritorno” avrebbero i privati a realizzare l’opera.
La seconda notizia è di ieri pomeriggio e riguarda il nuovo “buco” di ben 864 milioni di euro nel settore Sanità delle Regione Piemonte.
Scriviamo “nuovo” perché sembrava che il “Piano di Rientro” predisposto a suo tempo dall’assessore regionale alla Sanità Paolo Monferino insieme al nuovo Piano Sanitario che è costato il “taglio” degli ospedali la riduzione dei reparti, l’unione degli ospedali di Tortona e Novi Ligure con unificazione dei reparti in una struttura anziché nell’altra, la cancellazione del nosocomio di Valenza e di alcuni reparti degli ospedali di Acqui Terme, Casale Monferrato ed Ovada avessero risolto ogni problema pareggiando i conti della Sanità, invece, il tavolo tecnico che si è riunito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha evidenziato l’esistenza di una somma di 864 milioni di euro relativa a passività pregresse che la Regione si è impegnata a coprire mediante la predisposizione di un programma operativo di rientro. Quindi altri tagli e sacrifici all’assistenza.La Regione annuncia che Il piano operativo sarà predisposto nelle prossime settimane e rimesso alla valutazione del Ministero nel prossimo mese di maggio.
La terza notizia invece è fresca di venerdì mattina ed è la dichiarazione del sindaco di Tortona Massimo Berutti che appoggia l’idea di Rita Rossa e chiede di realizzare un nuovo ospedale unico magari al posto di quelli di Alessandria, Tortona e Novi Ligure.
“Ho apprezzato molto le dichiarazioni del sindaco di Alessandria in merito alla realizzazione di un nuovo ospedale – dice Berutti – perché io, proprio nei giorni scorsi, le ho scritto proponendo l’esame del progetto di realizzazione di una nuova struttura proponendo un tavolo di lavoro finalizzato ad approfondire le dinamiche e il percorso per la realizzazione, in un prossimo futuro, di un nuovo Policlinico. Tale struttura all’avanguardia potrebbe sorgere in zona baricentrica tra Alessandria, Novi Ligure e Tortona, presumibilmente sul territorio del capoluogo, e garantire un’ottimizzazione dei servizi per la collettività dei territori non solo della Provincia di Alessandria, ma di tutto il Sud del Piemonte, riducendo il rischio di mobilità passiva verso le Regioni confinanti e creando nel corridoio tra Liguria e Lombardia una struttura di importanza regionale/nazionale, costruita con i crismi legati alla funzionalità, risparmio e qualità dei servizi”.
Il contesto migliore, per il primo cittadino di Tortona, sarebbe la zona della Fraschetta “perché equidistante e facilmente raggiungibile sia da Alessandria, che da Tortona e Novi Ligure grazie a tutte le infrastrutture esistenti ed eventualmente con necessità di poche integrazioni di mezzi pubblici.
“Auspico – conclude Berutti – che, al più presto, si possa arrivare ad un tavolo di coordinamento con i vari sindaci che possa analizzare il piano di fattibilità di un ospedale di eccellenza per tutta la nostra provincia”.
CONCLUSIONI
La Sanità è in rosso ma i sindaci chiedono un nuovo ospedale che costerebbe milioni di euro. Non è un’incongruenza con una crisi che vede la Sanità Piemontese sempre più in bilico?
La risposta sembra scontata, ma non è così.
Se c’è così tanta crisi e pochi soldi da investire, perché ad esempio si spendono cifre altissime per realizzare progetti monchi come il Terzo Valico cioè una linea superveloce le merci che da Genova non raggiunge nessuna grande città ma si ferma a Tortona e consentirà di guadagnare dieci minuti rispetto alle attuali linee ferroviarie?
Serve veramente il Terzo Valico? E serve veramente un super ospedale al posto dei tre esistenti? Oppure si tratta per l’ennesima volta di soldi pubblici gettati al vento, miliardi e miliardi di euro che potrebbero invece servire a ridurre le tasse e dare una vita migliore a tanti cittadini?
Angelo Bottiroli
5 aprile 2013