Sono passati 10 mesi, il nostro anno di Servizio civile volge al termine e di tempo e occasioni per “fare” ne abbiamo avute davvero tante. : a Scuola, in Biblioteca , negli asili nido, al Centro giovani : . Questi mesi sono volati via senza che ce ne rendessimo conto, sono stati mesi intensi, ricchi e solo ora ci fermiamo tirare le somme e a riflettere su tutto ciò che abbiamo vissuto.
Se cerchiamo il significato della parola “Civile” troviamo: “che concerne il cittadino di uno stato, specifico nel suo rapporto con gli altri cittadini”. Ed è proprio da lì che si parte per comprendere realmente la nostra esperienza: dal rapporto con gli altri e dall’importanza del sentirsi cittadini di uno Stato. Gli altri in questo caso sono tutte le persone con cui abbiamo condiviso tanto, con cui abbiamo collaborato e da cui abbiamo appreso, ma sono anche i bambini con cui abbiamo avuto la fortuna di lavorare, che ci hanno fatto ridere, giocare, arrabbiare, ballare, inventare, costruire, sognare e hanno reso speciale il nostro servizio. Attraverso lo sperimentare di tutte queste relazioni ci siamo sentiti parte di qualcosa, di quello che vogliamo sia lo Stato, ovvero di quell’insieme di persone che tutti i giorni lavorano mettendo impegno, serietà e passione in quello che fanno.
Se per Stato intendiamo le persone comuni che vogliono dare il loro contributo al benessere e alla serenità dell’Italia, allora ci è chiaro come il Servizio Civile rappresenta davvero un modo per difendere la patria.
E non è vero che i giovani non credono in nulla, che non hanno più valori. Li abbiamo eccome e il servizio civile è una bella occasione per diventarne più consapevoli e convinti, per rendersi conto di quanta forza ed energia rappresentino i giovani per l’Italia, per capire che dobbiamo credere in noi, nella risorsa che rappresentiamo e non permettere a nessuno di toglierci la speranza nel futuro, che è ciò che manda avanti un Paese.
La nostra presenza a Firenze è stata anche testimonianza di ciò.
Camilla Fontana
29 marzo 2013