Dopo le prime reazioni a caldo, a bocce ferme, aggiungiamo altre considerazioni volte sempre a dimostrare il carattere poco chiaro della richiesta di moratoria da pate dei sindaci della provincia di Alessandria sul Terzo Valico e il tentativo di alzare la posta nel confronto con Cociv da giocare a base di opere compensatorie.
Intanto proviamo a rispondere a una prima domanda che ci aiuta nel ragionamento: chi è stato il regista di tale richiesta?
E’ il segreto di Pulcinella che il Sindaco di Novi Robbiano e il PD novese siano stati quelli che si sono spesi in prima persona perchè la “finta” svolta avesse luogo. Dopo il terremoto elettoralegià la segretaria del Pd novese aveva preso posizione dichiarando che avrebbe fatto cambiare idea alla Giunta novese fino a ieri (ma anche oggi) schierata senza se e senza ma a favore della costruzione del Terzo Valico. A chiarire a tutti le idee sono state le dichiarazioni del Sindaco Pdl di Tortona, Massimo Berutti, che ha tenuto a precisare che la richiesta di moratoria non è una presa di posizione contro il Terzo Valico.
In effetti leggendola bene questa fantomatica richiesta di moratoria è chiarissimo che l’obiettivo non è quello che il Terzo Valico non venga costruito ma…
1. Cociv deve collaborare maggiormente con le amministrazioni locali (leggasi più strade, rotonde, sottopassi, campi da calcio, la modifica dello shunt di Novi e tutto ciò che serve ai Sindaci per cercare di addolcire la pillola dei disagi di cui la grande opera sarà portatrice).
2. L’Osservatorio Ambientale, uno dei tanti osservatori la cui utilità è del tutto oscura, deve avere sede sul territorio e non a Roma.
3. Occorre costituire un Osservatorio Tecnico (per capirci si tratta di quello che in Valsusa è presieduto da Mario Virano e che venne istituito con l’obiettivo vano di riportare la popolazione locale a più miti consigli).
4. Bisogna eseguire gli espropri non con il bastone come sta cercando di fare Cociv (peraltro senza riuscirvi), ma con la carota.
E poi aggiungono, dopo aver chiesto poltrone negli organi tecnici e politici (retribuite sempre con soldi pubblici immaginiamo) altre quattro richieste:
1. Uno studio approfondito sull’amianto (sulla cui presenza in quantità superiori alla legge non vi è dubbio dopo i sondaggi effettuati per la richiesta di impianto a pale eoliche della Enel Green Power).
2. Ulteriori studi sull’isterilimento delle fonti (anche se le osservazioni di Acos al progetto parlano già sufficientemente chiaro).
3. Il trasporto dello smarino via treno e non via camion (una vera grande coglionata che se da una parte eviterebbe l’inquinamento da emissioni, dall’altra riuscirebbe ad avvicinare ulteriormente ai centri abitati milioni di metri cubi di smarino contenenti amianto).
4. Un piano sulla logistica nella vana illusione, tanto cara a Rita Rossa, di resuscitare il progetto del retroporto alessandrino.
Fatto questo il Terzo Valico, sulla cui utilità non proferiscono verbo, si può fare!
Niente da dire sulla chiusura di ospedali, fabbriche, sul dissesto idrogeologico del territotorio, sull’aumento della povertà, sullo sperpero di denaro pubblico, l’importante è realizzare il grande buco che serve a ingrassare Impregilo!
Quello che fa inorridire è che i Sindaci vogliono potersi sedere ai banchetti degli osservatori e far finta di poter decidere, senza spendere mezza parola sulla Legge Obiettivo che nessun Governo ha abrogato dal 2001 ad oggi. La stessa Legge Obiettivo dietro cui si sono trincerati per oltre un anno non avendo il coraggio di dirsi favorevoli e di metterci la faccia.
Qualcuno ha ragionevolmente ancora dei dubbi sull’operazione targata PD e fatta digerire ai tredici Sindaci?
Certo che è proprio strano un paese dove la linea vincente fra i Sindaci, tanto in Piemonte quanto in Liguria, è la linea uscita perdente dalle ultime elezioni, che in Valle Scrivia e in Val Lemme sono anche state un referendum contro la costruzione del Terzo Valico.
Probabilmente, a poco più di un anno dalle elezioni nei comuni di Novi Ligure, Pozzolo, Tortona, Vignole, Voltaggio e Fraconalto è in atto un tentativo in extremis di riaccrediatarsi come buoni amministratori che difendono il loro territorio, ma ancora una volta cercando di prendere per il culo i cittadini.
In attesa di tempi migliori, lasciamo galleggiare la questione Terzo Valico e portiamo a casa la sospensione di lavori che fino ad oggi non sono partiti esclusivamente grazie al radicamento e alla costante mobilitazione del movimento, devono aver pensato gli strateghi piddini.
E’ chiaro a tutti che l’affaire Terzo Valico se mai si chiuderà, sarà solo quando rinunceranno definitivamente alla sua costruzione e i cantieri arrugginiti dei fori pilota di Fraconalto e Voltaggio saranno finalmente smantellati.
Solo il movimento, centimetro dopo centimetro riuscirà in questo obiettivo e solo allora si potrà brindare alle teste tagliate dei Sindaci complici della più grande truffa del nostro tempo.
No Tav – Terzo Valico
18 marzo 2013