Ottanta lavoratori dell’Amiu imbufaliti con cartelli di protesta e con fischi all’indirizzo della maggioranza ed applausi a Fabbio, hanno costretto indirettamente il presidente del Consiglio Comunale Enrico Mazzoni a concludere, dopo appena un’ora, una seduta della massima assise cittadina, nata male e finita peggio.
Tutto era iniziato verso le 15,30 di giovedì, quando i lavoratori dell’Amiu, prima hanno parcheggiato un furgone tappezzato di manifesti funebri davanti al municipio, poi si sono assiepati sul loggione con in mano gli stessi manifesti ed altri a caratteri cubitali con la scritta “Vergogna”.
I manifesti listati a lutto erano chiari: “1974-2013 – si leggeva nel testo – dopo circa 40 anni ancora nel pieno delle sue potenzialità e capacità professionali acquisite, già ridotta sul lastrico dalla precedente amministrazione è stata oggi brutalmente assassinata da un’amministrazione comunale senza scrupoli né iniziative”.
Parole durissime che però sul momento non hanno prodotto azioni di protesta perché i lavoratori sono stati buoni senza dire nulla. probabilmente non sarebbe accaduto nulla perché il presidente Enrico Mazzoni ha sottolineato che non c’erano argomenti iscritti all’ordine del giorno che trattavano l’argomento.
Si era dimenticato, evidentemente, di una mozione che riguardava la clausola sociale dei lavoratori delle Aziende partecipate, presentata dalla minoranza ma collocata in 18esima posizione nell’ordine del giorno, quindi con nessuna probabilità di essere discussa, senonché il consigliere del Pdl Emanuele Locci, ha chiesto di invertire la scaletta decisa dalla Commissione dei capigruppo e per rispetto dei lavoratori presenti, di discutere subito quella mozione. Barosini per l’Udc ha appoggiato l’idea, ma Giorgio Abonante, capogruppo del PD, l’ha bocciata “ci sono delle regole – ha detto Abonante – e vanno rispettate. La mozione dovrà essere discussa a tempo debito anche perché non siamo pronti”.
Dal loggione i lavoratori hanno iniziato ad esprimere i primi dissensi verbali che sfoceranno nel caos pochi minuti dopo.
C’ E‘ BAGARRE e Barrera critica gli alessandrini “Hanno la memoria di un pesce rosso”
Ad Abonante replica in maniera molto dura Piercarlo Fabbio “E’ dal 21 novembre – dice l’ex sindaco – che questa mozione è iscritta all’ordine del giorno e mi parlate di serietà? La mozione tratta la tutela dei lavoratori, non volete discuterla? Noi ce ne andiamo. Il Pdl abbandona l’aula seguito poi dal Movimento Cinque Stelle e dal resto della minoranza sotto gli scroscianti applausi dei lavoratori dal loggione.
Mazzoni li richiama all’ordine, ma tutto dura lo spazio di un minuto: “qui si sta facendo un reality – dice Marica Barrera della lista civica “Con Rita Rossa” – non si può stravolgere così un ordine del giorno, noi siamo persone serie…..”
La capogruppo non riesce a concludere la frase, sommersa dai fischi e dalle urla del pubblico che viene immediatamente allontanato dai Vigili urbani.
Terminata la bagarre, la Barrera riprende la parola: “I nostri cittadini dice con un senso di dispiacere – hanno la memoria di un pesce rosso: chi ha portato al dissesto il Comune è uscito tra gli applausi, noi che siamo qui e non ci nascondiamo veniamo sommersi di fischi. Vorrei ricordare alla città che stiamo cercando di fare il possibile e ci mettiamo tutti noi stessi. Se siamo in questa situazione la colpa è della precedente amministrazione.”
Alla fine il presidente Mazzoni, visto che tutte le mozioni, interpellanze e delibere che avrebbero dovuto essere discusse erano state presentate dalla minoranza e che in aula non c’è più nessuno di loro, il consiglio è impossibilitato ad andare avanti per cui l’adunanza viene sciolta.
14 marzo 2013