Ma sono a rischio i servizi per i bambini? E’ questa la domanda che aleggia dopo aver sentito l’accusa dell’ex sindaco di Alessandria, Piercarlo Fabbio, attuale leader dell’opposizione, che attacca, per l’ennesima volta, la Giunta comunale accusandola di aver istituito l’azienda speciale “Costruire Insieme” senza il parere della Corte dei Conti e paventa una possibile chiusura dell’azienda che metterebbe a rischio un centinaio di posti di lavoro.
Fabbio lo ha fatto attraverso un’interpellanza deposita in municipio.
Ma andiamo con ordine: tutto, a quanto pare, nasce da una richiesta di acceso agli atti effettuata dallo stesso Fabbio.
“L’antefatto – dice l’ex sindaco – succede in agosto, quando la Giunta, supportata dalla propria maggioranza, decide di costituire una nuova Azienda Speciale. Si chiama “Costruire Insieme” e gestirà i servizi 0-6 anni del Comune: nidi e materne comunali. Peccato che la legge impedisca ai Comuni di istituire nuove aziende, siano in dissesto come il nostro, ma anche contabilmente sani. E’ una delle norme del governo Monti, ma l’escamotage interpretativo (secondo noi comunque traballante, se non addirittura inapplicabile) è quello di liquidare un’azienda, l’Aspal, per poi crearne una nuova.
C’è un problema di personale e da subito il Consiglio Comunale se ne accorge. Il rischio è che 88 dipendenti del Comune, che hanno superato regolare concorso, finiscano per essere assorbiti dalla nuova azienda e poi non possano rientrare per effetto delle sanzioni del patto di stabilità che il Comune sta pagando e pagherà ancora per qualche anno. Allora – prosegue Fabbio – vengono decise due cose: chiedere un parere alla Corte dei Conti per verificare se “Costruire insieme” sia stata costituita in piena legittimità e possa quindi continuare e che gli 88 dipendenti saranno temporaneamente assegnati alla nuova azienda attraverso il meccanismo del “distacco funzionale”, che praticamente non recide il cordone ombelicale attraverso il quale sono legati al Comune.”
Il pare delle Corte dei Conti appare determinate per evitare brutte sorprese compresa l’ipotesi che l’azienda venga dichiarata illegittima, ma secondo Fabbio questo parere non c’è stato. Non solo ma contrariamente a quanto era stato annunciato verbalmente in consiglio comunale, a quanto pare non è stato neppure chiesto.
“Visto il protrarsi di una situazione a nostro avviso non chiara – conclude Fabbio – ho deciso di chiedere la richiesta di parere e il conseguente documento della Corte dei Conti. A stretto giro di posta abbiamo avuto la risposta del dirigente competente: nessun parere era mai stato chiesto, nè ovviamente vi era risposta da parte della Corte. Questo a nostro avviso è una spada di damocle tesa sul capo di una società che domani, da un momento all’altro potrebbe essere sciolta. E i dipendenti assunti in quella forma, perché le cooperative non garantivano livelli retributivi dignitosi (frase detta dall’assessore Puleio, CGIL, sostenitore nei secoli precedenti di tutt’altra ragione) che fine potrebbero fare? Mentre i “comunali” vincitori di concorso, potranno rientrare alla casa madre o dovranno sottostare alle sanzioni del Patto di Stabilità sforato nel 2012 che non consente nel 2013 di procedere a nuove assunzioni (salvo sforbiciate alla dotazione organica, che il distacco funzionale potrebbe non compensare totalmente)?”