Venerdì il consiglio comunale di Tortona discuterà del Terzo Valico a seguito di una mozione presentata dalla consigliera Ravazzi.

Nello specifico, il problema riguarda le cave che accoglieranno nel territorio tortonese i “rifiuti speciali” provenienti dalla realizzazione di quella che da molti è ritenuta un’opera inutile e dannosa: il TAV – Terzo Valico.

La consigliera di Rifondazione Comunista chiede una moratoria ed è, secondo noi, una richiesta giusta, ma fin troppo gentile.

L’associazione Progetto Ambiente, da sempre contraria al Terzo Valico e al Tav, ritiene addirittura demenziale che Tortona si assuma per l’ennesima volta il ruolo di pattumiera.

Ci risulta demenziale, ma anche pericoloso perché la storia degli agguati alla salute del nostro territorio è spaventosamente scritta da tempo e non c’è bisogno di ospitare altra porcheria, come l’amianto, per il vantaggio non si sa di chi (o forse si sa, ma non si dice).

Sappiamo già che secondo quanto riportano le indagini scientifiche a seguito dei monitoraggi del satellite Envisat, Tortona fa parte delle cosiddette “zone rosse”, le più inquinate del pianeta.

Lo sapeva, evidentemente, anche chi ha scritto e approvato una disposizione regionale che obbliga le zone come la nostra a misure compensative in caso di interventi peggiorativi dello stato ambientale.

Ma ciò che non si dice, se non raramente, è che oltre a tutto questo Tortona (e dintorni) è stata oggetto di un gravissimo attentato all’ambiente e alla salute negli anni 80: il seppellimento di decine di migliaia di bidoni tossici.

Una buona parte di quei fusti, per quel che ne sappiamo, sono ancora seppelliti, altri ritrovati o stoccati e non ancora bonificati (per la solita pubblica mancanza di fondi?).

Ciò che preoccupa maggiormente noi ambientalisti, per i bidoni, per le cave e per tutte quelle situazioni dove si “maneggia” materiale dannoso per la salute della collettività, è il fatto che questa porcheria si rivela spesso mortale dopo anni più che al momento dell’evento.

Solo oggi la comunità scientifica conta i morti dovuti all’incidente nucleare di Cernobyl, per Fukushima dovremo aspettare forse ancora qualche decennio; in ogni caso il nostro sospetto, almeno a sentire quel che accade in certi reparti ospedalieri del territorio tortonese e secondo quanto ci disse già alla fine degli anni Ottanta un esimio oncologo come il professor Zonta, è che ci possa esserci una connessione stretta tra la diffusione sopra la norma di certe patologie e la contaminazione ambientale, anche a Tortona.

Per queste ragioni, non c’è nessun valido motivo per portare altre porcherie nel territorio tortonese, peraltro anche in una cava che a seguito di nostre segnalazioni ci risulta essere stata più volte sanzionata dal Comune di Tortona; il consiglio comunale, sull’esempio di Arquata e di Pozzolo, non dovrebbe approvare una moratoria, dovrebbe dire assolutamente e inequivocabilmente NO alle cave che dovrebbero ospitare i materiali e l’amianto provenienti dai cantieri del Terzo Valico.

Per queste ragioni, l’associazione Progetto Ambiente realizzerà nel prossimo anno un dossier intitolato “Seppelliti” che ricostruirà la vicenda dei bidoni tossici degli anni 80 e lo stato attuale della situazione, sempre che non ci facciano fuori prima!

Per queste ragioni, Progetto Ambiente auspica che i medici, di base, ospedalieri o privati che siano, illustrino, con chiarezza e determinazione, il quadro epidemiologico del nostro territorio che a noi e probabilmente anche a parecchi cittadini (anche se solo per esperienza diretta) risulta quanto meno preoccupante.

 Associazione Progetto Ambiente



19 dicembre 2012