Recentemente la cronaca locale ha informato i lettori, che la Fondazione Teatro Marenco di Novi Ligure, riceverà dall’Arcus (la società statale emanazione del Ministero dei beni culturali e delle infrastrutture, che tra l’altro e questa dati i tempi non é una novità é finita sotto inchiesta per sprechi), un finanziamento di 2 milioni di euro per il restauro del teatro Marenco, che si vanno ad aggiungere ai 2,2 milioni di euro già stanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e 400 mila euro del Comune di Novi, si legge inoltre che mancherebbero ancora 900 mila euro per gli arredi, ma che si spera sull’intervento dei privati. Quindi a breve seguir‡ la gara di appalto per l’aggiudicazione dei lavori, con ovvia soddisfazione dei cittadini e della Fondazione del teatro, che sempre da quanto si legge aveva temuto che i fondi in questione avrebbero potuto essere dirottati verso le zone terremotate de l’Aquila.
Se si fosse applicata un minimo di logica, sarebbe stato meglio utilizzare tale finanziamento per le zone duramente colpite dal sisma, ma dato che é stato deciso diversamente, i cittadini di Alessandria si domandano, perché é stato concesso questo finanziamento?
La risposta sta nel fatto che sino ad un anno fa il Comune di Novi vantava qualcuno in paradiso e anche se poi Ë caduto in disgrazia, con tutta la compagnia, per demeriti ampiamente dimostrati dai fatti, Ë riuscito a mantenere la promessa che consentirà il restauro del locale teatro, in Alessandria invece il teatro continua a rimanere chiuso, siamo forse considerati cittadini di serie B…, perché non abbiamo santi protettori?
Il Comune di Alessandria é in dissesto e dato che non é una consuetudine che dura da decenni come per certi Comuni in altre zone del paese, che da sempre ricevono finanziamenti che finiscono in una voragine senza fondo…, dovrebbe esserci da parte della Stato una maggiore attenzione nei riguardi della nostra città e invece ad esempio nel caso del teatro, non veniamo presi in considerazione, in quanto, anche per i motivi sopra esposti si preferisce dirottare i finanziamenti verso il Comune di Novi.
Forse per avere una maggiore attenzione, finalizzata ad ottenere un finanziamento per riaprire il nostro teatro, sarebbe il caso di alzare la voce anche su questa triste vicenda, come ha fatto con successo la nostra Amministrazione Comunale, per quanto riguarda l’inserimento di Alessandria nel fondo rotativo di stabilità per i Comuni in difficoltà finanziarie.
Invece per quanto concerne la questione del teatro, pare che si siano spente le luci, in quanto i cittadini non sono più informati su cosa si stia facendo, in merito ad un problema che andrebbe risolto al pari di altri definiti giustamente prioritari, perché anche la cultura é importante per la crescita della città, e qui vale la pena ricordare l’incredibile arroganza e incompetenza, con cui due anni fa é stato causato e la superficialità e il pressappochismo con cui é stato gestito in seguito.
Inoltre, alla luce di quanto sopra, i cittadini si chiedono, perché la Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria ha finanziato il teatro di Novi e quello di Alessandria no, siamo forse considerati anche dalla stessa di serie B…?.
Siamo ovviamente contenti per il teatro di Novi, che in qualche modo ha raggiunto il proprio obiettivo, ma non dimentichiamoci del teatro di Alessandria, che oltre ad essere il capoluogo di provincia, in seguito crescer‡ ulteriormente con l’annessione di Asti.
Come se non bastasse, ad aggravare ulteriormente la situazione, giungono le recenti dichiarazioni del vicepresidente della Regione Ugo Cavallera, con le quali ha manifestato l’incredibile e inopportuna intenzione dell’ente, di uscire dalla Fondazione Tra, fatto che se fosse confermato ne provocherebbe lo scioglimento, mettendo a rischio il posto di lavoro dei dipendenti.
Tocca perciò innanzi tutto, alle Istituzioni statali e regionali cercare una soluzione, la pi_ plausibile ed efficace, per difendere i lavoratori e per non disperdere un patrimonio della collettività, in quanto il teatro é uno spazio importante e rappresenta il simbolo della cultura e quindi é centrale per la vita della città. Ma se la cultura Ë della città‡, anche i cittadini devono attivarsi e far sentire la propria voce e non solo il Comune, “la cultura Ë un ornamento nella buona sorte ma un rifugio nell’avversa”, diceva Diogene.
Ma per ora l’interrogativo rimane, il teatro di Alessandria, un bene di tutti, verrà riaperto e quando, o il sipario sarà destinato a rimanere calato per sempre?
Pier Carlo Lava
2 dicembre 2012