Gentilissimo Direttore,
vogliamo esporre alcune considerazioni sulla decisione riguardante il dimensionamento delle scuole cittadine.
La legge 111/2011 prevedeva la soppressione delle autonomie delle direzioni didattiche e delle scuole medie per trasformarle in istituti comprensivi; le autonomie scolastiche del 1° ciclo di istruzione dovevano essere costituite da scuole dell’infanzia (materna), più scuole primarie (elementari) e scuole medie, con una consistenza numerica per ogni istituto comprensivo di almeno 1000 alunni. La Regione Piemonte con atto di indirizzo del 25/10/2011 stabiliva che il piano di dimensionamento doveva iniziare dall’anno scolastico 2012/2013 e terminare in un triennio: il vulnus della legge era prevedere la continuità didattica.
Alla luce di quanto sopra esposto, nell’anno 2011 la Provincia di Alessandria portava a conoscenza di tutti i distretti di sua competenza la necessità di iniziare il dimensionamento previsto dalla normativa vigente. Veniva promossa ad Acqui Terme una riunione in data 7/11/2011 alla presenza dell’Assessore Provinciale, dei Sindaci dei Comuni del distretto di Acqui, del funzionario dell’UST (ex Provveditorato) e dei Dirigenti Scolastici.
In tale riunione venivano fatte proposte di ogni tipo, ma alla fine quella che sembrava l’unica possibile era quella proposta dal Sindaco di Rivalta, che proponeva l’aggregazione dei due comprensivi di Rivalta e Spigno per non perdere l’identità territoriale e l’istituzione di due comprensivi su Acqui Terme. Considerato che vi erano state alcune perplessità in merito e che si era all’inizio della fase del dimensionamento, l’allora Amministrazione Comunale decise di non fare nulla, come si evince dalla Delibera di Giunta Comunale n. 214 del 24/11/2011, per l’anno scolastico 2012/2013.
A seguito della sentenza della corte costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 19 comma 4 del decreto legge n. 98/2011 convertito in legge n 111/2011, la Regione Piemonte ha emanato un nuovo atto di indirizzo, precisando di voler procedere con l’istituzione di istituti comprensivi e che essi dovevano essere costituiti in modo che, a livello provinciale, la media degli iscritti risultasse tendente a 1000 per istituto.
Nella bozza di intesa della conferenza Stato Regioni del 11/10/2012 si abbassa la media provinciale da 1000 a 900 alunni e si ribadisce l’istituzione degli istituti comprensivi.
Alla luce di tutto quanto sopra esposto e considerato che nel distretto di Acqui Terme vi sono due istituti Comprensivi “Rivalta Bormida e Spigno Monferrato” che possono conservare la propria autonomia, rimane solo la realtà di Acqui Terme con due circoli didattici e una scuola media. E’ chiaro che per costituire i due comprensivi non c’è altra alternativa che dividere la scuola media Bella. Tale decisione quindi non è stata assolutamente affrettata, ma frutto di riflessioni condivise in due riunioni svoltesi a Palazzo Robellini con gli operatori scolastici (Dirigenti Scolastici, Direttori Amministrativi, Insegnanti, RSU e Sindaci di Visone e Morsasco) e le Organizzazioni Sindacali. Le proposte sono ormai alla conoscenza di tutti:
1) un comprensivo dato dall’unione del primo circolo con la scuola media Bella che avrebbe lasciato il secondo circolo in una condizione di stallo ancora per un anno, e poi? Diviso in tanti pezzi ? Oppure? Assorbito/annesso o smembrato da uno o più Istituti Comprensivi….
2) una scuola media nuova da assegnare poi al secondo circolo…. Proposta alquanto strana perché ad Acqui l’unica scuola media esistente è sottodimensionata (meno di 600 alunni) …chi mai potrebbe autorizzare l’istituzione di una nuova scuola in simili condizioni?
3) due Istituti Comprensivi dividendo la scuola media “Bella”.
La terza ipotesi è l’unica percorribile: ad Acqui di fatto ci sarebbero due scuole medie con un’offerta formativa varia, verrebbero preservati i due circoli, non si avrebbe perdita di Presidenze (la media in quanto sottodimensionata non ha titolarità di Dirigente e Direttore Amministrativo) e nemmeno di posti: come confermato anche dalle OO.SS. intervenute alle riunioni.
La Media più volte ha motivato la possibilità di rimanere autonomi per la presenza del CTP (Centro Territoriale Permanente per l’educazione degli adulti – possono iscriversi coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età); è stato RIBADITO dalle OO.SS. che l’organico del CTP è a se stante (non c’entra nulla con la Media) e che nell’anno scolastico 2013/2014 verrà trasformato in CPIA (Centro Provinciali per l’istruzione per gli adulti), la cui ubicazione è ancora incerta, ma, come ipotizzato anche dalle OO.SS., probabilmente non sarà ad Acqui. Come si evince dalla conferenza Stato –Regione Enti Locali del 11/10/2012 tabella A allegata, i CPIA istituiti nella Regione Piemonte saranno in totale n. 8 (otto) con la loro autonomia (Dirigente Scolastico e Direttore Amministrativo).
Altro punto di criticità espresso dalla Scuola Media è il corso a indirizzo musicale: l’Amministrazione tranquillizza sia il corpo docente che i genitori che tale corso non sarà assolutamente smembrato, poiché si farà il possibile affinché sia assegnato alla Scuola Media con sede presso le Suore Francesi; le classi attuali della caserma ad indirizzo musicale possono quindi essere trasferite in sede o continuare fino ad esaurimento (2 ^e 3^ a.s. 2013/2014) in collaborazione con l’altra media (con un accordo tra Dirigenti e collaborazioni tra insegnanti tutto è possibile). Se la Scuola Media sarà brava, riuscirà a provvedere bene alle iscrizioni per l’indirizzo musicale: allora il Comune di Acqui metterà a disposizione della Scuola Media un pullmino per trasferire gli eventuali iscritti dalla Caserma alla Sede.
Pensiamo con attenta riflessione anche a quanto si è verificato negli ultimi anni, ovvero che un notevole numero di alunni di Acqui Terme (più di 50) ha scelto un’altra scuola media (soprattutto Bistagno). Evidentemente si avverte la necessità di un’altra offerta formativa …e allora perché non garantirla su Acqui e evitare la fuga dei nostri alunni obbligando anche le famiglie a notevoli sacrifici?
Dire no solo per polemica non serve a nulla: altre proposte non sono arrivate. Nel corso di più incontri con tutte le componenti scolastiche, abbiamo voluto la presenza dei Sindacati, e tutti non hanno saputo offrire altra alternativa.
Aspettare ancora un anno non ha più senso anche alla luce di tutti i cambiamenti che intervengono (vedi riduzione delle province con eventuali accorpamenti di Uffici Scolastici Regionali tra cui Piemonte e Liguria) e che potrebbero complicare ulteriormente la situazione.
L’Amministrazione Comunale ha cercato di ottemperare alle direttive regionali tenendo prioritariamente conto :
A) che i posti di lavoro siano pregiudicati il meno possibile;
B) che gli alunni subiscano pochi disagi;
C) e ultimo, che gli insegnanti siano soddisfatti.
Fatto salvo ciò, dopo varie consultazioni con i dirigenti scolastici, con gli insegnanti, con i Sindaci interessati e sempre con le Delegazioni Sindacali presenti, è stata presa la decisione che più è sembrata idonea, al di là della cura dell’orticello o della strumentalizzazione politica che peraltro sta via via rientrando.
Ultima considerazione, in Giunta ci sono tre Assessori che hanno insegnato, oltre ad avere in famiglia insegnanti, essere andati tutti a scuola e avere amici e conoscenti nel mondo della scuola: è bastato chiedere e ci hanno documentato a sufficienza.
L’Assessore alla Pubblica Istruzione Fiorenza Bice Salamano
Il sindaco Enrico Silvio Bertero
25 novembre 2012