Egregio Direttore,

leggo con grande partecipazione l’allarme lanciato dallo stimato storico e concittadino Giuseppe Decarlini.

Le sue osservazioni sono concrete. A sostegno di tanta autorevolezza, posso unicamente partecipare la mia testimonianza di come si faceva una volta.

Ai miei tempi (e non sono coetaneo del Savonarola) già nelle scuole elementari veniva insegnata la storia locale.

Il nostro maestro (un unico maestro per classe) oltre a svolgere il programma ministeriale, lo arricchiva con lo studio della storia locale.

Soldi non ce n’erano, e le nostre gite erano modeste passeggiate in città a vedere i reperti dell’epoca romanica, ad infondere nei futuri cittadini l’orgoglio del trascorso storico e politico cittadino, scena sulla quale si sono avvicendati personaggi come Federico Barbarossa, Ludovico il Moro, Napoleone Bonaparte, tutti accomunati dal considerare la nostra Tortona un avamposto strategico indispensabile per le loro corone.

L’amara riflessione che mi coglie nasce da questa trasposizione al presente: forse l’attuale (o poco remota) classe politica governante non annovera tra le proprie fila personaggi di tale spessore e lungimiranza, da saper valorizzare Tortona per le proprie potenzialità.

Ma senza andare all’ambiziosa ricerca di un novello stratega, assimilabile ad un Napoleone dei nostri tempi, ritengo che anche una mente non eccessivamente illuminata sarebbe stata capace di trarre frutto per il territorio da cotanto illustre passato.

Le attuali “corone” non considerano più Tortona un avamposto strategico? Possibile che si siano sbagliati tutti, quei personaggi che la storia ha consacrato come grandi strateghi? O forse, sono gli attuali condottieri, a non essere all’altezza?

Lettera firmata



 18 novembre 2012