«I giovani di Tortona si annoiano? Noi abbiamo organizzato i corsi, fatto pubblicità, e quanti ragazzi di Tortona sono arrivati ? Due. Il problema vero è che i ragazzi sono pigri, e lo stesso i genitori.» Non usa mezzi termini Fabio Lugano, dell’Associazione “Flos et Leo”, con i giovani, ma soprattutto con le famiglie, di Tortona. Per lui i corsi di rievocazione storica sono una soluzione al “nulla” che porta i giovani verso la perdizione dell’alcool ma anche un modello di coesione sociale per reagire al degrado dei valori sociali.
Addestrarsi a vivere le relazioni con gli altri, oltre il contesto storico e star bene con se stessi, questa la prerogativa dei corsi tematici organizzati dalla sua associazione.
Nel Medioevo, i rapporti umani sono basati su fedeltà e lealtà, ricambiati dalla protezione, nel tipico legame feudale. Si consacra a qualcuno la propria devozione, ed in cambio ci si attende la sicurezza. Si impegna la propria attività, la propria persona, ricevendo in cambio mantenimento e protezione: questa l’essenza dei legami esistenti nella società dell’epoca. E questa preparazione culturale affianca i corsi di tiro con l’arco storico ed arti marziali antiche tenuti dagli istruttori della Compagnia d’Arme “Flos et Leo” presso il Palazzatto dello sport “Uccio Camagna” nelle serate del lunedì.
Un momento educativo anche in senso sociale, oltre che storico, così come ci racconta Fabio Lugano:«L’età dei partecipanti va dai 13 ai 53 anni, nel gruppo, concettualmente, non ci sono bambini, diciamo invece che ci sono giovani uomini, e uomini un po’ più maturi. In qualità di rievocatori, il fatto di animare l’esercito “popolare” in cui si fa tutto, tutti assieme tutti uguali, ci porta ad un certo atteggiamento di lavoro d’insieme, nel gruppo. Un ragazzo giovane può ottenere anche importanti responsabilità, se si dimostra in grado di affrontarle e sostenerle»
CHI INIZIA NE RIMANE AFFASCINATO
«Abbiamo avuto diversi ragazzi giovani – prosegue Fabio – e sono rimasti quasi tutti. Oramai sono uomini di 19-20 anni, diverse volte i genitori ci hanno fatto i complimenti perchè con noi i ragazzi si divertono, ma capiscono anche il sacrificio, nel senso che si lavora tutti per il bene comune… montare il campo, smontare, pulire, mettere in ordine la roba…è una scuola di vita, non è solo battaglia.»
E proprio parlando con le persone, scopriamo che tra i ragazzi iscritti al corso c’è chi viene addirittura da Casteggio ed è già al secondo anno di frequentazione, un giovane promettente ed estremamente entusiasta del corso, accompagnato dalla madre, anch’essa soddisfattissima soprattutto del rapporto positivo che i due docenti, Fabio e Simona, sanno instaurare con i ragazzi.
Ed è proprio Fabio a rimarcare sull’aspetto educativo e sociale dei propri corsi: «Noi quando siamo in giro ci divertiamo, sempre in modo controllato, mangiamo, beviamo (moderatamente e dopo i 16 anni) ci mescoliamo con la gente, andiamo in posti unici, il pubblico è coinvolto dalle nostre rappresentazioni. A luglio abbiamo avuto migliaia di persone assiepate in via Emilia e nelle piazze di Tortona per la rievocazione “La Città della Storia”, l’interesse della gente era vivo, palpabile. E poi,? Quando è arrivato il momento del “si può fare”, dove sono finiti tutti? Forse la noia corre più veloce di loro.»
Annamaria Agosti
7 novembre 2012