Oggi è uscito il nuovo rapporto ACI-ISTAT sugli incidenti stradali aggiornati al 2011. Il rapporto evidenzia in modo marcato peculiarità e linee di tendenza della sicurezza stradale in Italia.

Complessivamente si è confermata una riduzione di incidenti e morti sulle strade.

Complessivamente, con qualche anno di ritardo, ci si sta avvicinando al dimezzamento delle morti rispetto al 2001 (-45%). Questo dato è però sempre più sbilanciato verso le quattro ruote (-56%, dimezzamento abbondantemente superato) a scapito dell’utenza debole (-37% pedoni, -13% ciclisti, – 30% motociclisti). Per il terzo anno consecutivo (caso unico in Europa) i morti nell’utenza debole superano quelli delle quattro ruote a motore. I ciclisti inoltre sono l’unico segmento che ha visto un incremento seppur minimo di morti rispetto al 2010 (282 contro 263), ma anche per pedoni e motociclisti la riduzione è stata minima. Questo dato non va letto in valore assoluto, ma rapportato agli spostamenti (km percorsi). Poiché questi sono aumentati l’incidentalità per km percorso è diminuita.

Un altro dato emerge con evidenza. La riduzione di incidenti e morti dell’ultimo anno è da ascrivere totalmente a strade extraurbane ed autostrade (per le sole quattro ruote a motore), mentre niente è cambiato per le strade urbane, con la conseguenza che i morti in città in Italia sono passati al 45% del totale, alla pari della sola Grecia (mentre la media europea è al 33%). Non è un caso che l’80% delle vittime in città è da ricondurre all’utenza debole. Le politiche di sicurezza urbana sono quindi totalmente al palo, generando un divario crescente con le altre grandi città europee.

Non va infine dimenticato che il dato presentato dalle statistiche ACI-ISTAT è costantemente sottodimensionato rispetto alle statistiche sanitarie, pubblicate con 2 anni di ritardo, che danno un valore superiore del 10-12%, per cui il dato reale atteso per il 2011 è di circa 4300 morti.

Tutte queste considerazioni fanno ritenere che la spinta propulsiva alla riduzione dei morti sulle strade si è affievolita e che occorre riprogettare gli interventi come richiesto dal 4° programma quadro (2011-2020) della Comunità Europea intervenendo nelle città a favore dell’utenza debole.

Come emerso con forza dagli Stati Generali della bicicletta e della mobilità nuova tenuti a Reggio Emilia il 5 e 6 ottobre u.s. ai quali si rimanda, la soluzione è data da interventi sistematici di moderazione del traffico, sistematizzazione delle zone 30, incentivazione dell’utenza non motorizzata (20-20-20 come obiettivo della percentuale di spostamenti in bici, a piedi e con TPL), scuole car free e quant’altro riesca a incidere effettivamente sulla vivibilità del contesto urbano

Edoardo Galatola – Responsabile sicurezza stradale FIAB


3 novembre 2012