“Vogliamo equità e non accettiamo decisioni prese dall’alto.” Così il sindaco di Tortona, Massimo Berutti nella conferenza stampa che si è svolta mercoledì pomeriggio in Comune. Si sta decidendo in questi giorni, a Torino, infatti, il futuro dell’ospedale tortonese Santi Antonio e Margherita che secondo il Piano Sanitario Regionale insieme a quello di Novi Ligure costituirà un unico presidio sanitario ma dislocato su due sedi.
Un’unica struttura su due sedi con alcuni reparti che si troveranno in un ospedale ma non nell’altro. Una fase di “accorpamento” molto delicata
Il Comune di Tortona voleva sapere cosa rimarrà a Tortona “ma – ha detto Berutti – ogni volta che con il Direttore Generale dell’ Asl, Paolo Marforio, affrontiamo l’argomento, ci viene detto che prima devono parlare con l’assessore regionale poi saremo infornati delle decisioni prese.”
Il sindaco di Tortona è preoccupato che vengano prese decisioni non eque e chiede che invece entrambe le sedi abbiamo pari importanza ed una distribuzione equa sul territorio che tenga conto anche delle eccellenze presenti nelle due strutture.
UNA LETTERA DEI CAPIGRUPPO
Per questo motivo nei giorni scorsi i capigruppo dei partiti di maggioranza hanno scritto una lettera a Paolo Marforio, chiedendogli un incontro. La stessa missiva è stata mandata, per conoscenza, anche al presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota e all’assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferino
“Il Piano Sanitario Regionale, varato dalla Giunta Cota, ha previsto che i Presidi Ospedalieri di Novi Ligure e Tortona debbano funzionare in rete – si legge nella nota dei capigruppo -. Siamo convinti che questa scelta, sollecitata e condivisa dal territorio nell’ottica di salvare entrambi i nosocomi, permetterà la riorganizzazione dei servizi ospedalieri, garantendo la migliore assistenza possibile per i nostri cittadini. Proprio al fine di sostenere al meglio l’azione risanatrice della Sanità piemontese operata dal Presidente Cota e dalla Giunta Regionale e portare alla maggior condivisione possibile delle scelte da effettuare, riteniamo che sia giunto il momento di presentare un piano completo ed esaustivo della “rete” ospedaliera e della distribuzione dei servizi. Senza una visione di insieme, infatti, il rischio, già manifestatosi specialmente rispetto ad alcuni servizi fondamentali come il pronto soccorso e il punto nascita, è quello di innescare rivendicazioni e incomprensioni che renderebbero difficile da parte della cittadinanza l’accettazione di qualunque cambiamento.”
“Crediamo – ha detto il capogruppo del Pdl Luigino Bonetti – che sia indispensabile che la Direzione Generale presenti un piano completo della “rete ospedaliera Tortona-Novi”, da sottoporre alla discussione dei territori interessati e dei loro rappresentati politico-istituzionali, primi tra tutti i Sindaci, massima autorità sanitaria di ogni Comune. Riteniamo altresì che fino alla presentazione del progetto completo, non sia possibile effettuare scelte parziali che creano preoccupazione e disagio nella cittadinanza”.
IL CASO DELLA PEDIATRIA
Il nodo è il reparto di pediatria che Tortona potrebbe perdere a favore di Novi Ligure che ha circa 50 parti in più all’anno. Entrambi i nosocomi infatti hanno circa mille parti all’anno numero considerato ottimale per avere un reparto all’avanguardia, ma nel caso di unione dei due reparti c’è il rischio che possa diminuire drasticamente: “le mamme che frequentano il nostro ospedale, infatti – ha detto Maria Cristina Ottone del Gruppo Misto che è anche medico presso l’ospedale – non si recherebbero mai a partorire nell’ospedale di Novi Ligure che non è gettonato e poco considerato. Andrebbero a partorire a Voghera, più vicino di Novi e molto più gettonato.”Questo fatto, poco considerato dai vertici della sanità provocherebbe un ridimensionamento della pediatria ed un aumento delle spese sanitarie che l’Asl dovrebbe versare alla sanità lombarda.
I PARTITI PRONTI ALLA MOBILITAZIONE
“Non abbiamo chiarezza – ha aggiunto Massimo Berutti -. Ci sono molte voci che circolano e il nostro obiettivo oggi è quello di dare un segnale. Il nostro oggi è un grido di allarme. Tenere nascosti i progetti sanitari è preoccupante perché non si sa cosa succederà. Auspichiamo che ci sia un confronto. Avevamo già detto a Marforio che il territorio voleva essere sentito. Se sarà il caso faremo tutte le battaglie possibili e inimmaginabili. Qualche sacrificio saremo anche costretti a farlo ma, a prescindere da chi c’è in Regione, è giusto farsi sentire e far capire elementi importanti per la nostra struttura. Dobbiamo tenere alta l’attenzione e stiamo monitorando la situazione con i vertici dell’Asl che però non si sbilanciano. Riteniamo sia non convenzionale che prima si prendano decisioni e poi si calino sul territorio mettendo in difficoltà i sindaci che amministrano quel territorio. Va bene la razionalizzazione ma quando ci sono la salute e le persone da tutelare bisogna stare attenti”.
“I cittadini oggi non capiscono più tante scelte – ha chiosato il capogruppo della lista Civica con Voi per Tortona, Antonio Zanardi – soprattutto perché si risparmia sulla salute e poi sui giornali leggono gli sprechi e gli sperperi che vengono attuati. E’ evidente che si devono fare delle economie e che ci devono essere comportamenti sinergici con Novi ma la salute è un bene essenziale. La Regione deve valutare la situazione del nostro territorio e sulla salute vale la pena di fare delle battaglie forti perché siamo qui a difendere i cittadini. Siamo disposti a qualunque azione per il nostro territorio”.
3 ottobre 2012