Si può parlare di trasparenza amministrativa se la maggioranza rifiuta di rendere pubbliche le motivazioni che portano a scegliere una persona, anziché un’altra, per ricoprire un incarico pubblico?
Perché la maggioranza non vuole divulgare queste informazioni alla città, ma tenerle per sé? Che motivi ha per farlo?
Sono le domande che si sono posti in molti dopo che i partiti che guidano la coalizione nella seduta del consiglio comunale di giovedì pomeriggio, hanno, un po’ a sorpresa, bocciato la milione presentata da Emanuele Locci del Pdl che – per migliorare la trasparenza amministrativa (cvavallo di battaglia di questa Giunta di Centro – Sinistra) chiedeva che venissero rese pubbliche e affisse all’Albo le motivazioni che portano a scegliere una persona per ricoprire un determinato incarico pubblico.
Loci si riferiva soprattutto alle nomine, di competenza del sindaco Maria Rita Rossa o della Giunta comunale.
“Un atto che renderebbe più trasparente l’operato di questa Amministrazione- ha detto Locci, ma anche un atto di trasparenza nei confronti dei cittadini.”
La richiesta era tale che tutti pensavano fosse stata accolta soprattutto perché l’operato del sindaco, in questi primi mesi è parso basato sulla più completa trasparenza.
A sorpresa, invece il PD ha risposto in malo modo a Locci: “sono scelte che spettano alla maggioranza – hanno detto gli esponenti del PD – che vengono compiute in piena autonomia. Se l’opposizione non è contenta vorrà dire che la prossima volta alle persone nominate faremo anche il Test del DNA e l’esame del sangue
“Non riusciamo a capire – ha detto Giovanni Barosini dell’Udc – che motivi abbia la maggioranza a tenere nasscoste certe cose ed ha sollecitato più volte il capogruppo Marica Barrera, capogruppo del secondo partito di maggioranza a spiegarlo.
La Barrera non si è fatta attendere: “L’opposizione adesso – ha detto Marica Barrera – va a cercare qualsiasi cavillo, Ma quando governavano loro mi risulta che sono state effettuate nomine al di fuori de Patto di Stabilità. La motivazione viene data alle sentenze e il sindaco non può eregersi a giudice. Passiamo molte ore a valutare i candidati nella Commissione Capigruppo. Andare a cercare il perché il percome con tutto il lavoro che hanno sindaco e maggioranza, mi sembra esagerato. Lasciamo ai giudici le motivazioni al sindaco il lavoro che deve svolgere”.
Una possibilità per risolvere la diatriba l’ha offerta Piercarlo Fabbio: “un atto o amministrativo in quanto tale – ha detto Fabbio – deve essere motivato altrimenti è viziato. Il decreto di nomina del sindaco si basa sostanzialmente sul rapporto di fiducia che c’è tra il primo cittadino e la persona nominata a ricoprire un ruolo. Basterebbe scrivere questo. Ovvio che il sindaco potrebbe motivare ulteriormente l’atto dicendo che oltre al rapporto fiduciario si individuano altre caratteriste della persona scelta che sono congrue e soddisfacenti all’incarico che deve ricoprire. La trasparenza non è mai poca. Quello che si chiede è tranquillamente raggiungibile e non lede la privacy. Non lo si vuole fare? La maggioranza ha questa facoltà, Vince ma non è detto che abbia ragione.”
Pesanti invece le accuse del consigliere Buzzi Langhi all’indirizzo della maggioranza: “le società – ha detto – sono di proprietà del palazzo e della gente: dov’è il problema? Ma fino a quando nei Consigli di Amministrazione vengono nominate persone che hanno aiutato a fare la campagna elettorale, questo Comune non andrà da nessuna parte.”
La maggioranza però non si è fatta intenerire ed ha bocciato la mozione di Locci, aprendo però forti dubbi tra la gente: perché una giunta che ha fatto e fa della trasparenza amministrativa uno suoi cavalli di battaglia non ha accettato una proposta del genere?
Angelo Bottiroli
13 settembre 2012