Tanto di cappello alla Polizia postale e alla Questura di Alessandria, che partendo da una semplice denuncia informatica, sono riusciti a scoprire e sequestrare un vero e proprio arsenale di armi che padre e figlio custodivano in casa e all’interno della loro auto.

L’attività, che ha preso il via da un semplice insulto ad un utente di Facebook, è stata illustrata durante una conferenza stampa alla presenza del Questore di Alessandria, Filippo Dispenza, del capo della Digos Stefano damonte e dal comandante della Polizia Postale di Torino Fabiola Silvestri.

In manette sono Gianfranco Spinacorona di 46 anni e il figlio Mattia Vincenzo, di 27 anni entrambi residenti a Solero, che sono stati per detenzione abusiva di armi da sparo.

Il materiale sequestrato

All’interno della loro abitazione gli agenti della Digos di Alessandria hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale: due pistole, di cui una a rotazione ed una a doppia canna, quest’ultima utilizzabile per sparare cartucce in plastica che, nella circostanza, erano state alterate attraverso l’introduzione, all’interno dei proiettili stessi, di palline d’acciaio; un elevato quantitativo di munizioni alterate, alcune delle quali camerate nelle pistole, come sopra accennato; un bastone in legno riportante il volto di Benito Mussolini, la scritta “me ne frego” e la scritta “dux mussolini”; un tirapugni; una spada e un pugnale affilati due magliette t-shirt, una di colore rosso ed una di colore nero, entrambe raffiguranti, su cerchio bianco, una svastica nera, simbolo del nazismo; un t-shirt nera con scritta bianca “svuota il caricatore sulla testa dello spacciatore” e con disegnata una pistola automatica e due pallottole; vari strumenti atti ad offendere, quali coltelli e palline in acciaio, da utilizzare presumibilmente attraverso fionde; altri fregi che richiamano le ideologie fascista e nazista, quali croci di guerra delle divise delle “ss” e immagini che ritraggono la figura di Benito Mussolini oltre ad altri oggetti. La spada in particolare era custodita all’interno del bagagliaio dell’auto mentre la pistola sotto il materasso.

La perquisitone permetteva, altresì, di rinvenire, nella disponibilità degli arrestati, personal computer, i-pad ed altri strumenti informatici oggetto di accurate indagini.

Padre e figlio sono stati rinchiusi nel carcere di Alessandria.

I dirigenti della Questura ritengono le armi e i proiettili trovati nell’ abitazione “estremamente pericolosi” anche per la modifiche effettuati sui proiettili.

 

TUTTO NASCE DA UN INSULTO SU FACEBOOK

Tutto il materiale sequestrato

Sembrerà strano ma è stato un semplice insulto su Facebook ricevuto da un alessandrino a far partire l’indagine. L’uomo, di cu non sono state rese note le generalità, si è recato presso la Polizia Postale di Alessandria ed ha sporto denuncia perché una persona che si nascondeva sotto un nick name su Facebook lo aveva pesantemente insultato.

La vicenda avrebbe potuto finire con una semplice denuncia ma gli agenti della Polizia postale hanno capito che poteva esserci sotto qualcosa di strano.

“Oltre alle frasi ingiuriose – ha detto Fabiola Silvestri – abbiamo visto notato che sul profilo c’erano alcune fotografie strane, ci hanno fatto capire che poteva esserci dietro qualcos’altro e così grazie alla collaborazione del Social Network siamo risaliti alle persone che si nascondevano dietro quel profilo di Facebook.”

Quando è venuto alla luce che si trattava degli Spinacorona, gli agenti della Digos, hanno subito ottenuto un mandato di perquisizione dalla Procura della Repubblica di Alessandria che ha poi portato alla scoperta e al conseguente sequestro di tutto il materiale illegale rinvenuto all’interno dell’abitazione di Solero.

Gianfranco e Mattia Spinacorona, infatti erano già noti alle forze dell’ordine in quanto erano già stati arrestati il 27 ottobre scorso per una sparatoria al Penny market al rione Cristo.

 17 agosto 2012

Un momento della conferenza stampa.