Un documento che verrà inviato a Presidente della Repubblica, Presidente Consiglio dei Ministri; Ministero dell’Ambiente, Ministero Sviluppo Economico Presidente della Camera, Presidente del Senato, X Commissione che si occupa di Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati, X Commissione per l’industria, commercio, turismo del Senato e agli organi competenti di Regione Puglia e Piemonte .
E’ stato quello redatto in seguito alla riunione tenutasi nel pomeriggio di venerdì 27 luglio tra Comune di Novi e rappresentanze sindacali dello stabilimento Ilva di Novi Ligure. C’è notevole fermento in città e preoccupazione in seguito alle notizie che giungono da Taranto di un sequestro dell’area a caldo dello stabilimento Ilva emessa dalla Procura di Lecce.
Nella mattina di venerdì trecento lavoratori dell’Ilva sono sfilati per le vie del centro storico di Novi Ligure e i loro rappresentanti sono stati ricevuti dal Sindaco, presente anche l’On. Mario Lovelli. Nel pomeriggio incontro tra sindaco, giunta comunale, presidente e conferenza dei capigruppo del Consiglio Comunale, numerosi consiglieri ed una rappresentanza della Rsu dello stabilimento Ilva di Novi.
I rappresentanti dei lavoratori hanno manifestato la loro preoccupazione: senza la produzione a caldo, infatti, anche lo stabilimento di Novi subirebbe delle conseguenze in quanto verrebbe a mancare il prodotto indispensabile ovvero i rotoli di acciaio provenienti da Taranto, per la laminazione a freddo.
I sindacalisti hanno fatto presente che lo stabilimento di Novi è un impianto mondo moderno e competitivo, con circa ottocento dipendenti ai quali si deve aggiungere l’indotto che attorno all’Ilva gravità. Solidarietà ai lavoratori dell’Ilva da parte dei rappresentanti dell’Ente Locale con l’auspicio che venga al più presto trovata una soluzione al problema di tutti gli stabilimenti e che il protocollo di intesa “per interventi urgenti di bonifica e riqualificazione di Taranto” possa essere il momento di svolta della situazione. Una situazione che ormai si trascina da tanto tempo e rischia di mettere in discussione migliaia di posti di lavoro.
Il protocollo di intesa sottoscritto dai Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico, della Coesione territoriale, oltre che dalla Regione Puglia e dalla provincia e dal Comune di Taranto prevede risorse per “interventi di riqualificazione ambientale” pari a 336 milioni di euro. Salvare l’ambiente ma anche non fermare la produzione dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto salvaguardando l’occupazione. Occupazione e tutela dell’ambiente che, si legge nel documento redatto a Novi, “non devono essere posti in alternativa.”
Stesso concetto ribadito dall’On. Mario Lovelli che ha ribadito ai lavoratori l’impegno a seguire la vicenda in sede parlamentare ed ha affermato che la prossima settimana il Governo, su richiesta del Partito Democratico, “riferirà al Parlamento sugli sviluppi della situazione.”
Maurizio Priano
28 luglio 2012