Come i nostri lettori sanno, non ci occupiamo di cronaca giudiziaria, salvo rare eccezioni e questa è una di quelle: ci riferiamo al rinvio a Giudizio per truffa ai danni dello Stato, falso e abuso d’ufficio nei confronti dell’ex sindaco Piercarlo Fabbio, dell’assessore la Bilancio Luciano Vandone e del ragionerie capo Carlo Alberto Ravazzano, disposto dal Giudice Unico del Procedimento (Gup) del Tribunale di Alessandria, Enrica Bertolotto, lunedì mattina.
Un indagine in atto da diversi mesi, affrontata solo in modo marginale dal nostro giornale che ha dato la notizia a suo tempo, senza entrare nel merito della questione e senza continui aggiornamenti come hanno fatto invece altri, anche perché siamo contrari alla gogna medianica che, invece, molti nostri colleghi utilizzano, confondendo indagine con processo. Colleghi che danno vita così ad una vera e propria condanna mediatica per chi è indagato, sia esso di destra o di sinistra.
Il processo per i tre imputati eccellenti inizierà il prossimo 21 novembre.
Il Gup del Tribunale di Alessandria ha accolto la richiesta del Procuratore Riccardo Ghio: per la Procura “il bilancio 2010 del comune di Alessandria è falso e le prove raccolte sono sufficienti per avviare l’azione penale”.
Gli avvocati della difesa, invece, avevano chiesto l’archiviazione del procedimento perché “il fatto non sussiste “.
Pesanti le dichiarazioni dell’ex sindaco Piercarlo Fabbio: “il mio rinvio a giudizio – dice – finalmente sposta nel suo luogo deputato il chiarimento che da tempo attendo. Finora ha parlato l’accusa, la stampa l’ha variamente ripresa, addirittura mi hanno giudicato gli avversari politici, senza neppure trovare una motivazione plausibile alla loro furia iconoclasta. se non quella di voler essere nemici. Ho preferito, in questi lunghi mesi, non entrare nel merito per non intralciare l’iniziativa degli inquirenti e lo faccio anche ora, sapendo che, davanti a Giudici terzi potranno essere spiegati tanti accadimenti e soprattutto si potrà esprimere la difesa, finora sovrastata da troppi fattori esterni che hanno rischiato di far credere che un processo fosse già stato concluso e che invece è ancora da iniziare.”
16 luglio 2012