Pubblichiamo, di seguito, un Comunicato stampa giunto dal Pdl in cui si speiga la poszione dell’ex sindaco Fabbio e degli ex amministratori riguardo al dissesto
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In neanche due mesi di amministrazione lo hanno cercato, non facendo nulla per evitarlo, e lo hanno votato. Portato in consiglio comunale dalla giunta di centro sinistra, la maggioranza rossa ha approvato la dichiarazione di dissesto, Lega Nord e Udc astenuti, Pdl, Gruppo Misto Movimento 5 Stelle non hanno partecipato al voto. “Durante il lungo dibattito in aula si è continuato, come già in campagna elettorale, a cercare colpe piuttosto che soluzioni – commenta Piercarlo Fabbio, presidente Pdl – sollevandosi così dalle responsabilità. Le prime avvisaglie di difficoltà si hanno nel settembre 2002, quando viene dichiarato uno squilibrio di bilancio di 1,5 milioni: per finanziare l’attività del Comune si individuano risorse per 70 milioni da pagare fino al 2027. Dalla giunta Scagni, a inizio del nostro mandato, abbiamo ereditato 127 milioni di debito aggiuntivo. Peccato, che si sia parlato per ore in aula fuori dal tempo e dal contesto e non riferendosi mai alla pesante crisi economica con cui ci siamo trovati a governare, crisi che doveva essere affrontata non certo dichiarando il dissesto appena arrivati”. La città aveva bisogno di investire, fermando però il debito, “così come abbiamo fatto, aumentando il patrimonio e distribuendo ricchezza attraverso entrate straordinarie: scelte osteggiate dall’allora minoranza, dalla vendita delle concessioni per le farmacie all’alienazione di immobili, come ci diceva di fare il Governo e come avevano fatto altri amministratori prima di noi”.
E così è stato per l’emersione del debito fuori bilancio per 27 milioni, “responsabilità dell’apparato tecnico e non della politica”. Per Fabbio poi il dissesto non è un alibi. Così lo definisce il Ministero dell’Interno: ‘le varie modifiche apportate, nel corso degli anni alla procedura dl risanamento finanziario degli enti locali, sono state finalizzate ad avvicinare il dissesto alle procedure concorsuali di natura civilistica anche se, nella disciplina di cui si tratta, le finalità sono diverse da quella, ad esempio del fallimento, in cui domina l’esigenza di attuare la parità di trattamento tra creditori’. “Mentre per l’ente locale val prioritariamente l’interesse verso la continuità dell’azione amministrativa e dell’erogazione dei servizi essenziali”.
Allora basta improvvisarsi tutti esperti parlando senza mezzi termini di fallimento, bancarotta; basta puntare il dito contro un facile capro espiatorio. “La nuova giunta – sottolinea Emanuele Locci, consigliere Pdl – avrebbe dovuto fare tutto il possibile per evitare il dissesto, ma resta il dubbio che così non sia stato”. “Bisognava continuare a lottare per Alessandria, stare dalla sua parte – incalza il collega azzurro Davide Buzzi Langhi – prevedendo un piano di rientro come avevamo fatto noi e non rassegnarsi, limitandosi a revocare quanto previsto da chi c’era prima”. Ma una speranza c’è ancora, “purchè – conclude Fabbio – si scelga la strada della collaborazione, abbandonando quella della furiosa affabulazione e dello scontro. La maggioranza si assuma la responsabilità di quanto votato, in attesa ch si crei una situazione meno turbolenta con l’obiettivo comune di ritornare a pensare alla città, utilizzando anche le nostre idee”.
14 luglio 2012