Procedono speditamente i lavori per la costruzione del Biodigestore che raccoglierà i rifiuti “umidi” di tutti comune del novese, tortonese, acquese ed ovadese.

L’impianto è in avanzata fase di realizzazione e il presidente del Consorzio Raccolta e Trattamento dei Rifiuti (SRT) Manuel Elleboro ha deciso di fare il punto sulla situazione.

“I lavori sono a buon punto – dice Elleboro – si è già dato avvio al cantiere con la costruzione della struttura in calcestruzzo del digestore, costituita da un parallelepipedo di trenta metri, struttura che è stata ormai ultimata nel rispetto del cronoprogramma di progetto, lasciando spazio alla successiva fase di realizzazione delle strutture metalliche e di installazione degli impianti. In considerazione dell’attuale stato di avanzamento dei lavori, l’entrata in esercizio dell’impianto è confermata prima della fine del 2012.”

L’impianto di digestione anaerobica sarà realizzato nel sito di Novi Ligure, ma sarà strettamente integrato con l’impianto di compostaggio di SRT già presente a Tortona, che verrà adeguato, del quale costituirà un fondamentale complemento.

 

CHE COS’E’ IL BIODIGESTORE

Il bacino di utenza di SRT, costituito da 116 comuni, tra cui i centri zona Novi Ligure, Tortona, Acqui Terme e Ovada, per un totale di oltre 211.000 abitanti, conferisce annualmente circa 118.000 t di rifiuti, di cui 48.000 raccolti in modo differenziato. Di questi, oltre 10.000 t sono rifiuti organici e 8.000 t sono ligno-cellulosici. Attualmente questa tipologia di rifiuto deve essere destinata ad impianti esterni, con un costo sostenuto da SRT di oltre 1.100.000 Euro l’anno.

La programmata realizzazione di un impianto di digestione anaerobica consentirà di ottenere la produzione di una grande quantità di energia elettrica da fonti rinnovabili, mettendo inoltre a disposizione una significativa produzione di energia termica. Anche dal punto di vista ambientale il bilancio sarebbe fortemente positivo, in quanto il metano prodotto, che costituisce il fattore più critico per l’effetto serra, sarebbe interamente utilizzato per la produzione di energia rinnovabile, mentre le emissioni di CO2 sarebbero comunque molto contenute. L’energia prodotta godrà degli incentivi previsti dallo stato, pari a circa 1.100.000 Euro l’anno per 15 anni.

Il digestato prodotto, infine, miscelato con materiale ligno – cellulosico sempre proveniente dalla raccolta differenziata, consentirebbe la produzione di compost di qualità a seguito di un processo aerobico più semplificato ed economico, da effettuare nell’impianto esistente di Tortona. Il compost prodotto non è più un rifiuto, ma un ottimo fertilizzante, per cui non sono previsti costi di smaltimento, ma, prudenzialmente, nemmeno ricavi per la vendita.

Il digestore anaerobico è un contenitore in calcestruzzo o acciaio a tenuta stagna nel quale la materia organica viene sottoposta ad un processo di degradazione da parte di diverse specie di batteri presenti in natura. Uno dei prodotti di tale processo è il gas metano, che viene quindi utilizzato per la produzione di energia elettrica. L’energia è al 100% prodotta da fonte rinnovabile (biomasse). Il materiale solido (digestato) viene poi sottoposto a processo aerobico (compostaggio) per la produzione di ammendanti per uso agronomico.

Tutto il processo è in pratica la riproduzione, in ambiente sigillato, di quanto avviene normalmente in natura con la putrefazione delle sostanze organiche (animali e vegetali) e la creazione dell’humus che poi costituisce la parte vitale del terreno.

L’impianto di digestione anaerobica avrà un costo di 4 milioni 800 mila euro mentre gli interventi di riconversione degli impianti esistenti oltre un milione.

 4 luglio 2012