C’è crisi di fede, diminuisce vertiginosamente il numero dei credenti, crollano i matrimoni religiosi, certi valori contano sempre di meno e mancano i luoghi di ritrovo; eppure, in questa situazione sempre più difficile, l’oratorio di San Matteo (uno dei tre in funzione nelle parrocchie di Tortona) rappresenta un punto fermo, un luogo che ogni giorno richiama centinaia di ragazzi che vengono qui per giocare, ma soprattutto per stare insieme ai compagni e per creare, insieme, qualcosa di utili ed importante.

Questo è l’oratorio di San Matteo, un luogo vitale e positivo, punto di aggregazione per giovani ed adolescenti che attraverso attività sportive, pomeriggi di socializzazione ed animazione, con campo da calcetto, pallavolo, ampi spazi dove giocare in sicurezza riescono a trovare la loro dimensione e vivere momenti felici.

L’oratorio di San Matteo

Per capire come mai, in una situazione così difficile per la Chiesa e per la società, un oratorio parrocchiale, al giorno d’ogggi, possa ancora svolgere un ruolo di aggregazione così importante per i giovani ed un punto di riferimento per tutta la città, siamo andati a trovare Don Romeo Gardella, parroco di San Matteo, che ci ha raccontato di questa esperienza.

La sua Parrocchia offre un eccellente oratorio a disposizione dei giovani di Tortona che è molto apprezzato, le presenze di ragazzi e bambini sono elevate. Qual è il ruolo dell’oratorio ai giorni nostri?

 Il ruolo dell’oratorio è offrire sostegno ed aiuto alle famiglie nell’educazione e nella formazione dei ragazzi e dei giovani. Sia intensificando la proposta religiosa per integrare l’impegno dei ragazzi nel percorso della catechesi, che valorizzando i cosiddetti servizi sociali soprattutto per chi non ha una fede come la nostra. Non ultimo, l’oratorio ha il ruolo di aiutare i ragazzi a far emergere valori che purtroppo oggi sono in parte cancellati.

 Quali sono i problemi connessi alla gestione dell’oratorio?

Il problema grande dell’’oratorio è l’animazione dei ragazzi e il volontariato. Oggigiorno sono pochi coloro che prestano questo servizio per la comunità.

In questi giorni ha preso il via la prima settimana del GREST 2012 il Centro estivo per i ragazzi. Quanti sono gli iscritti?

I ragazzi iscritti al GREST (Estate Ragazzi) sono sessanta per ogni settimana articolati su tre settimane. Complessivamente raggiungiamo il numero di 150 frequenze.

Gli animatori sono ragazzi dell’oratorio che proseguono spontaneamente la loro esperienza insieme ai più giovani, ai più piccoli. Si respira un’aria di serenità, di valori importanti che nella società si stanno perdendo. Possiamo immaginare il suo oratorio come un vivaio di giovani alberelli pronti a rinfoltire il verde della speranza di una società migliore?

Solo Dio conosce i tempi ed i modi per il rinnovamento della società. Un fatto è certo: i giovani che animano i più piccoli mettono un tassello prezioso per la costruzione del mosaico del futuro.

Anche gli adulti sono molto partecipi della vita di oratorio. Una comunità fondata sui valori cristiani che apre le porte a tutta la famiglia, dai fanciulli agli anziani.

L’ideale sarebbe quello di ritornare ad essere cristiani come quelli di cui ci parla il Libro degli Atti degli Apostoli. Le prime comunità cristiane erano “un cuor solo ed un’anima sola”. Ma allora, la Chiesa era il “piccolo gregge” di Gesù Cristo ed era più facile vivere certi ideali.

Uno dei fattori di successo della sua attività ritengo sia quello di far vivere la vicinanza alla fede con libertà, con partecipazione spontanea.  E’ questo il modo migliore per riavvicinare alla fede coloro che hanno un sentire, diciamo “tiepido”, della propria partecipazione religiosa? Supportando una scelta spontanea?

La fede è dono di Dio e risposta personale. Il Signore chiama ognuno a seguirlo sulla strada del Vangelo; nel suo piano, però, c’è sempre la libertà dell’uomo a pronunciare il suo “sì”

Le parole del Nostro Vescovo, Monsignor Canessa, ai genitori dei Cresimandi, sono state di apertura alle famiglie, anche alla realtà delle famiglie di fatto. Un segno importante, indubbiamente.

L’apertura alle famiglia di fatto non significa condivisione. Mentre si è indulgenti nei loro confronti occorre sempre far emergere il valore della famiglia, così come l’ha voluta Dio.

 I matrimoni religiosi sono in calo un po’ ovunque. Da cosa dipende? Da una realtà multietnica e dalla coesistenza di più religioni, o da un assopimento del sentire la religione nell’età adulta? 

I matrimoni religiosi sono decisamente diminuiti. Alcuni celebrano il matrimonio in luoghi diversi dalla propria Parrocchia. Una buona percentuale si limita al matrimonio civile. Tanti purtroppo convivono, considerando questa scelta una cosa normale.

 

Siamo stati intensamente colpiti dal carisma e dalla forza interiore di Don Romeo, due segni tangibili di una grande fede profondamente vissuta al servizio dei giovani: il suo modo di esprimere idee e concetti è già in sé un messaggio di gioia, serenità, carica umana e spirituale non comuni, che rendono questo Parroco ed il suo oratorio una grande ricchezza per tutta la comunità tortonese.

 Annamaria Agosti


23 giugno 2012

 

Il punto di ristoro dell’oratorio di San Matteo