Tanto solleciti a Palazzo Rosso negli attacchi quotidiani agli ex amministratori con dettagliati comunicati stampa, quanto sospettosamente lenti nelle necessarie comunicazioni ai consiglieri, rappresentanti e portavoce degli alessandrini, soprattutto quando si tratta di argomenti particolarmente delicati.

Il Difensore Civico regionale ha comunicato al Comune il termine ultimo per adottare il Rendiconto 2011, ma nulla è stato notificato dalla presidenza del Consiglio Comunale o dal Sindaco al sottoscritto e ai componenti del Gruppo consiliare Pdl, mentre la materia sembra ormai di cognizione comune, visto che anche i mezzi di comunicazione sociale parlano dell’argomento con una qual precisione.

Il 3 e 18 maggio il Consiglio in carica veniva convocato per affrontare l’adozione del Rendiconto 2011, preparato dalla Giunta con deliberazione n. 120 del 20 aprile. Purtroppo l’adozione non è avvenuta e il problema è passato al nuovo Consiglio, costituito dopo le elezioni di maggio.

Abbiamo allora scritto al presidente del Consiglio comunale Enrico Mazzoni, che, poiché la nuova Giunta, con delibera n. 151 del 7 giugno, ha annullato la proposta di Rendiconto predisposta dalla precedente, senza però preparare un nuovo provvedimento, ne consegue che il Consiglio Comunale, che ha in definitiva la competenza per approvare il Rendiconto 2011, al di là dei tempi e delle modalità previste dal Regolamento di Contabilità, ovviamente del tutto violati, non ha neppure a sue mani la comunicazione del Difensore Civico e quindi nulla può rispetto all’inerzia della Giunta in carica e neppure gli è consentito esercitare il proprio potere per andare nella direzione del commissariamento ad acta, ovvero per evitarlo.

Di tutto ciò, che è problema vero, il Consiglio non ha fatto parola, né il suo vertice si è preoccupato di porre in essere un’iniziativa per far sì che la trasparenza non sia una vuota parola, una liturgia stanca anche se più volte evocata. All’inerzia (che è già sanzionata con l’arrivo del commissario ad acta) del Consiglio nell’assunzione del provvedimento, oltreché di quello che fa emergere debiti fuori bilancio per circa 26 milioni di euro, si aggiunge l’inerzia nell’iniziativa politica dell’organo da lei presieduto e la decisione di non decidere in maniera sommersa ed occulta.

Una situazione, che non possiamo accettare, senza almeno comunicare il nostro più profondo dissenso,

Piercarlo Fabbio


17 giugno 2012