La vicenda è strana e si è svolta nell’arco di un paio di giorni. E’ iniziata con il Comune di Fabbrica Curone che in un manifesto che pubblicizza la “Fiera della Caccia & della Montagna”, dove per altro e’ prevista una “Prova di tiro al selvatico abbattuto” aperta a tutti.

Una frase che ha fatto andare in subbuglio centinaia di animalisti ed associazioni che hanno tempestato il Comune e gli organizzatori, di email e telefonate, alcune anche poco simpatiche.

Insomma una “pressione” non di poco conto realizzata attraverso un tam tam su internet che si è concretizzata poi con una valanga di proteste attraverso il web.

Alla fine, il sindaco di Fabbrica Curone ha ceduto alle proteste e ha deciso di non organizzare la gara di caccia.

Giusto? Sbagliato?

Effettivamente la frase sul manifesto dava adito a parecchi equivoci: sembrava che la gara di caccia ad una starna venisse allestita in aperta campagna, alla quale potessero partecipare tutti anche i bambini e coloro che non hanno mai maneggiato un fucile. Insomma, a prima vista sembrava davvero qualcosa di deleterio, così come non faceva una bella impressione la figura del cacciatore con la lepre a breve distanza, vittima sacrificale.

In realtà le cose non stanno proprio così, o quanto meno, non erano così come sembravano a prima vista.

Abbiamo telefonato agli organizzatori della “Prova di tiro al selvatico abbattuto” ed abbiamo parlato con Corrado Lerta, proprietario dell’agriturismo ed organizzatore della prova di tiro. Ci ha spiegato che effettivamente hanno sbagliato, sono stati un po’ ingenui e grossolani a scrivere “prova di caccia aperta a tutti” senza specificare, perché avevano dato per scontato che “tutti” erano i cacciatori muniti di porto d’armi.

La prova inoltre avrebbe dovuto svolgersi in un’area protetta, appositamente realizzata: si tratta della “Zona C” cioè un’area appositamente consentita peraltro gestita dallo stesso Lerta dove si svolgono allenamenti per le gare dei cani da caccia e dove tutto viene svolto nella perfetta legalità con tanto di autorizzazioni.

Abbiamo scoperto così, per stessa ammissione del proprietario, che in questa “Zona C”  c’é un “campo di gara” dove si svolgono regolarmente allenamenti per cani e cacciatori e vengono abbattuti animali appositamente fatti nascere in allevamento con lo scopo di essere sacrificati per consentire ai cacciatori e ai loro cani di allenarsi per le gare.

La differenza tra allenamenti che vengono svolti periodicamente e la gara che avrebbe dovuto svolgersi  domenica sarebbe stata una soltanto: che a quella avrebbero potuto partecipare tutti i cacciatori, anche a coloro che solitamente non fanno le gare.

“Era un modo per avvicinare anche quei cacciatori che non partecipano  a questa disciplina – ha detto Corrado Lerta – non capisco tutto il subbuglio che c’é stato. Perché vengono ammazzati degli animali? E quelli che mangiamo tutti i giorni, allora? Non vengono uccisi?”

Insomma nessuna violazione della legge, nessun bambino, nessun uso improprio delle armi.

E le  starne uccise?… beh quelle sono di allevamento e utilizzate proprio per questo scopo. Come i pesci che compriamo al supermercato e portiamo in tavola. O no?

Quindi nessuna violazione della legge, perché, come ci è stato detto, queste aree sono praticamente aperte tutto l’anno e autorizzate dalla Regione.

Non solo, ma Corrado Lerta ci ha comunicato che di queste “Zone C” in provincia di Alessandria ce ne sono almeno una ventina e che ospitano regolarmente “gare” di caccia.

“Sono rimasto interdetto – ha aggiunto Corrado  Lerta – tanto caos per che cosa? E’ tutto perfettamente regolare. Perché queste proteste? Domenica scorsa c’è stata una manifestazione analoga a Vignale Monferrato, ma nessuno ha protestato!”

Lerta è rimasto allibito e sorpreso per le proteste, come siamo rimasti allibiti e sorpresi noi, nell’apprendere dell’esistenza di queste aree.

Ci scusino i lettori, ma non lo sapevamo. Non si può sapere tutto, ma francamente, a questo punto,  non riusciamo a capire: perché una mobilitazione solo per questa “prova di caccia” e non per tutte le altre?

Forse perché questa è stata pubblicizzata oltremodo, con evidente impatto negativo nei confronti di chi ama gli animali e le altre no?

Ma allora, per coerenza,  sarebbe il caso di estendere maggiormente la protesta, oppure no?

Come sempre il giudizio ai nostri lettori.

12 giugno 2012