Col cuore in mano nella speranza di incontrare il nuovo Rettore e salvare la facoltà infermieristica. Così l’assessore Mario Galvani, martedì sera, a margine del consiglio comunale, ha parlato agli studenti dell’Università “Amedeo Avogadro” di Tortona, informandoli che il Comune vuole salvare la sede universitaria ed è disposto a pagare fino al 50-60% delle spese per i ricercatori per scongiurarne la chiusura.
A condizione, ovviamente, che si trovi un dialogo con la stessa Università e si rivedano le posizioni.
Già oggi dovrebbe partire una lettera dal Comune in cui verrà chiesto un incontro con il nuovo Rettore con lo scopo di ridefinire tutta la questione ed evitare anche la causa giudiziaria.
Questi i nuovi sviluppi emersi durante la seduta di martedì sul problema dell’Università che sta per chiudere. Una serata importante perché per la prima volta è emersa la volontà del Comune di pagare almeno una parte del debito.
Un dettaglio tutt’altro che marginale che potrebbe davvero salvare l’Università dalla chiusura, già annunciata dal precedente rettore con la sospensione delle iscrizioni al nuovo anno scolastico.
Questo ovviamente se anche la controparte verrà incontro alle esigenze del Comune.
In consiglio, l’assessore Galvani era chiamato a rispondere ad un’interpellanza del consigliere di Rifondazione, Stefanella Ravazzi, che chiedeva lumi sul futuro della sede universitaria locale e per quale motivo il sindaco Massimo Berutti non aveva ottemperato alla richiesta di un incontro avanzata dagli studenti quasi due mesi fa.
UNA PETIZIONE 1.583 FIRME CONTRO LA CHIUSURA
Contro la chiusura della sede universitaria di Tortona, gli oltre cento studenti che la frequentano, hanno avviato una petizione che in meno di una settimana ha portato a raccogliere ben 1.583 firme che sono state consegnate al sindaco Massimo Berutti “nella speranza – dicono Marta Beneventi e Arianna Callegari in rappresentanza degli studenti – che si apra un dialogo tra le istituzioni affinché questo progetto universitario possa continuare in questa città in quanto fondamentale risorsa culturale ed economica per il territorio tortonese, per la cittadinanza , per i presidi ospedalieri e i servizi territoriali dell’ ASL, in quanto sedi di tirocinio”.
Anche per questo motivo, in consiglio, tra il pubblico, erano presenti quasi tutti gli studenti, ansiosi di conoscere il loro futuro.
GALVANI INCONTRA GLI STUDENTI E APRE NUOVI SPIRAGLI
Dopo la risposta formale all’interpellanza di Rifondazione, l’assessore Mario Galvani, per conto del sindaco e a margine della seduta, ha incontrato gli universitari in sala Giunta.
E’ stata in questa occasione che, finalmente, è emersa in modo chiaro ed inequivocabile la posizione del Comune deciso a difendere strenuamente la presenza dell’Università a Tortona.
“Noi abbiamo intenzione di salvare l’università – ha detto Galvani agli studenti – ma non alle condizioni capestro che i precedenti amministratori avevano sottoscritto vincolando il Comune per 12 anni, perché non abbiamo i soldi per pagare oltre 400 mila euro per dei ricercatori che non sono neppure tenuti a rimanere in sede a Tortona. Sono fatti degli errori, da parte del Comune ma anche da parte dell’Università che ha assunto due ricercatori ma uno fuori termine. Abbiamo anche chiesto pareri in merito ad esperti che ci hanno confortato,. Insomma, noi siamo in difetto, ma lo è pure l’Università. Per questo motivo abbiamo anche chiesto un incontro al responsabile del corso che era disponibile a partecipare ma all’ultimo momento non si è presentato. Ora con l’insediamento del nuovo Rettore avvenuto la scorsa settimana il nostro auspicio è che ci si possa sedere ad un tavolo e discutere sul futuro della sede universitaria di Tortona. Noi siamo disposti ad una transazione, siamo disposti a pagare fino al 50- 60% ma la questione deve essere rivista. Noi vogliamo investire i soldi dei tortonesi nella sede universitaria locale e non nei ricercatori. Vogliamo investire i soldi per il vostro futuro. Invece ci è stato detto che prima dobbiamo pagare, poi eventualmente si può discutere. Questo è un atteggiamento che non posiamo condividere.”
“Tra l’ altro – ha concluso Galvani – ufficialmente l’Università “Amedeo Avogadro” non ci ha mai comunicato nulla sulla sospensione dei nuovi corsi che porteranno inevitabilmente all’esaurimento e alla chiusura della facoltà infermieristica, ma lo ha detto solo a voi. Non è il modo di agire. In certe vicende è meglio usare il buon senso per cui speriamo che la situazione possa risolversi, anche perché noi vorremmo ampliare l’università, magari inserendo la facoltà di radiologia oppure quella di logistica.”
L’incontro si è chiuso con l’impegno anche da parte degli studenti di chiedere un incontro urgente al nuovo rettore affinché raggiunga un accordo con il Comune e possano essere riaperte le iscrizioni al primo anno in programma a settembre.
6 giugno 2012