Spettabile Redazione

vi scrivo per domandare una opinione: ma è giusto che a Tortona una famiglia venga privata del gas, necessario all’igiene personale ed alla cucina, senza un preavviso?

Abbiamo ricevuto una fattura di conguaglio di Chiaragas a febbraio, con strani conteggi di accrediti e addebiti per importi IVA. Importo finale esorbitante di 257 euro, che per le nostre limitate risorse rappresentava un importo non onorabile. Purtroppo la bolletta parlava chiaro “Non è ammessa rateazione”. Se fosse stata possibile avrei l’avrei domandata senza indugio, onorando la bolletta in tre frazionamenti che sarebbero stati affrontabili per le nostre limitate finanze.

Allora ci siamo rivolti alla Caritas diocesana per domandare un aiuto nel pagamento che ci è stato negato per mancanza fondi.

Non abbiamo parenti che possano farsi carico di un aiuto anche a titolo di prestito da restituire. Abbiamo atteso un sollecito da parte di chiara gas per ritornare successivamente alla Caritas e domandare nuovamente una intercessione e sperando che nel frattempo avessero reperito dei fondi, ma nessun sollecito è stato da noi ricevuto. Purtroppo il contatore è stato sigillato nel pomeriggio di oggi 28 maggio senza comunicazioni ulteriori e totalmente a sorpresa. Ci siamo accorti quando il bambino voleva farsi una doccia e l’acqua era fredda. Nessun incaricato ha suonato il campanello per avvisare di cosa stava succedendo.

E’ giusto che accada questo?

Perchè ai nomadi è concesso di accumulare 18mila euro di debito per l’acqua che utilizzano per il lavaggio delle automobili, ed una famiglia di Tortona, di condizioni modeste a causa della crisi e senza un posto di lavoro fisso, viene privata del gas e non può essere aiutata? Io non dico che i nomadi non debbano essere aiutati anche loro,ma mi domando perchè questo trattamento così disuguale?

Perchè un concittadino pur umiliandosi a chiedere un aiuto, si ritrova ad essere ancora più umiliato dalle situazioni?

Lettera Firmata 



28 maggio 2012