Buongiorno spettabile redazione e buongiorno direttore.

Vorrei esprimere qualche considerazione sull’Università di Tortona in risposta all’articolo pubblicato in questi giorni dal giornale.

Senza mettere in dubbio le buone intenzioni e l’interesse all’istruzione dell’articolo e dei ragazzi che frequentano i corsi sarebbe opportuno per il cittadino prendere l’auto e fare un giro un paio di mattine a settimana davanti a tutti gli istituti superiori tortonesi e dopodiché davanti all’istituto universitario per rendersi conto che il movimento davanti all’università (ragazzi, auto parcheggiate etc) e pressochè nullo.

Non trovo niente di strano dunque a venire a sapere dall’informazione cittadina che non ci sia l’intenzione di organizzare per il prossimo anno scolastico dei corsi, per il semplice concetto che quando un negozio lo vedi sempre vuoto, prima o poi purtroppo chiude.

Considerando ancora che gia gli esami devono essere sostenuti presso altra sede (Novara) mi sembra già positivo che venga soppresso solo il primo anno di corso, lasciando a chi già frequenta la possibilità di continuare.

Era semmai da valutare tempo addietro la fattibilità dell’apertura della sede in base alle richieste, questo si che potrebbe essere stato un errore, ma per chi ha a che fare tutti i giorni con un minimo di “gestione aziendale” è ovvio che per tenere in piedi un corso di laurea ci vuole un movimento di gente che in questo momento non c’é.

Il far valere il proprio diritto allo studio deve tenere in considerazione dei basilari aspetti logistici, senza i quali non ha senso andare avanti (come in ogni altro ambito lavorativo)

Matteo Facrosa



Le considerazioni del lettore, ci danno lo spunto per spiegare alcune cose. La prima è che gli iscritti all’Università sono circa 150 e non 800 come al Liceo “Giuseppe Peano” tanto per fare un esempio, la seconda è che quasi la metà arriva da fuori: sono giovani che vivono in affitto a Tortona ed arrivano a piedi quindi non esiste l’assembramento di automobili che si notano nelle altre 3 scuole cittadine (Liceo, Carbone, Marconi) tutte per altro situate vicino a scuole elementari (Marconi e Liceo) o a scuole medie (Carbone) con genitori che accompagnano a scuola i bambini più piccoli, quindi è evidente che l’assembramento sia diverso.

L’università, inoltre, è situata in zona periferica, deserta e non frequentata da alcun traffico veicolare, mentre ben diversa è la situazione nei pressi delle scuole superiori, situate, specie il Carbone, in una zona ad alto traffico.

Inoltre molti studenti dell’Università infermieristica si recano ad effettuare i tirocini nei vari ospedali. E’ palese, quindi, vedere poco movimento davanti all’Università.

Vero, la zona è isolata, l’immobile è grande e potrebbe ospitare altre facoltà.

E’ giusto chiudere l’università negando l’opportunità ai giovani? Non sarebbe meglio invece, attivarsi e cercare di aprire altre facoltà, offrendo nuove opportunità ai nostri figli?

1° maggio 2012