Sabato 1 febbraio, alle 14.30, in località Biagasco del Comune di Pozzol Groppo (Alessandria), sarà inaugurato il Memoriale dedicato alla Brigata Partigiana “Cornaggia” e commemorato l’80° anniversario dell’eccidio in cui persero la vita sei partigiani. L’evento è organizzato dall’amministrazione comunale e dai Comitati provinciali ANPI di Alessandria e Pavia.

Nella notte tra il 30 e il 31 gennaio del 1945, a seguito di una delazione, i fascisti della GNR di Voghera e della Sicherheit sorpresero nel sonno nella scuola di Biagasco, e quindi fucilarono, sei garibaldini della formazione partigiana “Cornaggia”, comandata da Ermes Alberto Piumati. Con lui vennero assassinati Carlo Covini, Lucio Martinelli, Fulvio Sala, Giovanni Torlasco e Anna Maria Mascherini, staffetta partigiana e infermiera, la vittima più giovane (aveva 21 anni).


«Il 2025 è un anno importante, perché celebriamo gli 80 anni della Liberazione. In quei lunghi e terribili 20 mesi, dall’8 settembre del 1943 al maggio del ’45, non c’è valle, collina, borgata o frazione del nostro Piemonte in cui non siano state scritte pagine di sofferenza e coraggio. Così accadde nelle zone dell’Alto Monferrato e dell’Alto Tortonese. Così accadde alla Benedicta. Ecosì accadde a Biagasco: il Memoriale, realizzato dall’amministrazione comunale di Pozzol Groppo presso l’ex scuola dove avvenne il tragico eccidio, è dedicato alle sei vittime di quell’evento, alla Brigata “Cornaggia” ma anche a tutte le donne e a tutti gli uomini che scelsero di stare dalla parte giusta della Storia, riscattando l’Italia dall’ignominia del nazifascismo e consentendo a noi tutti, oggi, di vivere in un Paese libero e democratico. I partigiani della “Cornaggia” erano operai, contadini, artigiani e studenti, Anna Maria Mascherini era un’infermiera, perché la Resistenza fu una lotta “plurale”, fatta da uomini e donne di diversa estrazione sociale e di diverse idee politiche, accomunati dal rifiuto di aderire a Salò e dalla scelta di combattere per la libertà, perché, come ha ricordato il Presidente Mattarella, la Resistenza fu innanzitutto “un’assunzione di responsabilità personale”. La nostra speranza è che questo Memorialeserva a contrastare l’oblio, i tentativi di falsificazione di banalizzazione della Storia e a rifiutare la “memoria indulgente”, quella secondo la quale sarebbe esistito anche un fascismo “per bene”, perché gli italiani anche allora furono “brava gente”. Furono italiani a trucidare Staffora e i suoi compagni, e quegli italiani non erano “brava gente”. Ora che i testimoni diretti della Shoah e della Resistenza ci stanno lasciando, abbiamo bisogno di continuare a fare “Memoria” e a raccontare ai più giovani che anche nell’ora più buia c’è chi accende la luce e ci guida verso la libertà».

Domenico RAVETTI

Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte

Presidente Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte

Luciano BARBIERI

Sindaco di Pozzol Groppo