Dopo gli incontri letterari con Maurizio De Giovanni, Federico Palmaroli, Franco Forte, Paolo di Paolo, Giuseppe Conte, Marino Magliani e Marco Ferrari, Beppe Convertini la stagione autunnale dei Martedì Letterari prosegue con il colonnello Sergio De Caprio, Capitano Ultimo, Marcello Sorgi, Paolo Lambruschi e Alganesh Fessaha per “Ottobre di Pace”, il centenario del Surrealismo con la dott.sa Federica Flore. Gli incontri si svolgono ad ingresso libero nel Teatro del Casinò alle ore 16.30.
Martedì 8 ottobre alle ore 16.30 nel teatro dell’opera del Casinò in collaborazione con l’associazione Unuci, nell’ambito del ciclo “la cultura della legalità” si terrà l’incontro con il colonnello Sergio De Caprio, Capitano Ultimo.
Sergio De Caprio è il Capitano Ultimo, il carabiniere che il 15 gennaio 1993 arresta con i suoi uomini Totò Riina. Sceglie di chiamarsi “Capitano Ultimo” per avere un nome di battaglia durante l’esperienza alla Sezione Anticrimine di Milano. Un modo per difendersi da possibili intercettazioni delle comunicazioni radio proteggendo la propria identità. “Mi chiamo Ultimo – spiega in un’intervista a “Il Giornale” nel 2021 – perché sono cresciuto in un mondo dove tutti volevano essere primi. Questi meccanismi di voler essere il più bello, il più intelligente e il più visibile a tutti, meccanismi che c’erano anche nel corpo dei carabinieri e a me non piacevano. Dunque scelsi di chiamarmi con questo nome così i primi erano felici e io non avevo competitori. Tutti scoppiarono a ridere quando lo dissi, ora non ridono più. Ho un solo talento: organizzare la lotta e scegliere gli uomini. I miei sono stati il miglior gruppo investigativo”.
Studia alla scuola “Nunziatella” di Napoli, poi all’Accademia militare di Modena e alla Scuola Ufficiali di Roma. Ventenne chiede di essere trasferito in Sicilia dove presta servizio per due anni come comandante della Compagnia di Bagheria. Riesce nel 1985, a soli 24 anni, ad arrestare i latitanti Vincenzo Puccio e Antonino Gargano, braccio destro di Bernardo Provenzano. Dopo i risultati ottenuti in Sicilia nella lotta contro la criminalità organizzata, si trasferisce a Milano, dove diventa capitano del Ros (Raggruppamento operativo speciale). È qui che Ultimo fonda il Crimor, Unità Militare Combattente operativa a Palermo dal settembre 1992 e sciolta nel 1997. Con la struttura da lui creata arresta il boss mafioso Totò Riina. Lo fa durante l’operazione Belva condotta nel 1993, la più eclatante attività di quegli anni nella lotta alla criminalità organizzata. Quell’arresto porterà Capitano Ultimo anche sotto inchiesta con l’accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra insieme al generale Mario Mori, uno dei fondatori del Ros. I due furono rinviati a giudizio su richiesta dell’allora sostituto procuratore di Palermo, Antonio Ingroia, per aver omesso di informare la Procura che il servizio di osservazione alla casa di Riina era stato sospeso, causando così, secondo l’accusa, un ritardo nella perquisizione del covo del boss. Nel 2006, Ultimo e Mori sono stati prosciolti “perché il fatto non costituisce reato”.
De Caprio resta nel Ros fino al 2000, quando lui stesso chiede di esser trasferito. Assegnato al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (Noe) di Roma. Sotto il suo comando si registrano le indagini e l’arresto del presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi e quello dell’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. L’ultimo caso seguito da De Caprio è quello della cooperativa Concordia. Nel 2016 il comandante Ultimo cambia di nuovo e passa all’Aise, il servizio segreto per l’estero.
Mercoledì 9 ottobre nel teatro dell’Opera il noto editorialista de “La Stampa” Marcello Sorgi presenta il suo ultimo saggio “San Berlinguer” (Chiarelettere).
San Berlinguer L’ultimo capo del popolo comunista
PERCHÉ ANCORA OGGI
LA SINISTRA ITALIANA
HA BISOGNO DI coltivare
il mito di BERLINGUER?
Segretario del Pci tra il 1972 e il 1984, a conclusione e culmine di una lunga militanza, Enrico Berlinguer è considerato uno dei personaggi più iconici, carismatici e indiscutibili della cosiddetta «Prima Repubblica». In questo libro Marcello Sorgi ripercorre la sua parabola politica dall’enunciazione della strategia del «compromesso storico», che porterà al confronto con il presidente della Dc Aldo Moro e ai governi di solidarietà nazionale presieduti da Andreotti, al progressivo distacco dall’Unione Sovietica, definitivamente sancito dopo il colpo di Stato in Polonia del 1981, alle elezioni del 1976 con il risultato storico del 34,37 per cento alla Camera – a un’incollatura dalla Dc –, fino alla morte prematuramente sopraggiunta durante un comizio, quando il partito era ormai avviato al declino. Contrapponendo la storia alla leggenda e la cronaca all’agiografia, Sorgi offre una lettura inedita della leadership di Berlinguer attraverso la propria diretta testimonianza e i ricordi di alcune figure chiave di quegli anni, tra cui Achille Occhetto, Massimo D’Alema, Giuliano Ferrara e Walter Veltroni. Nell’osservare così da vicino il mausoleo dell’«ultimo capo del popolo comunista» sarà impossibile non riconoscerne le crepe, né evitare di interrogarsi sulle ragioni per cui, ancora oggi, la sinistra italiana continua a vivere nella
sua ombra.
Marcello Sorgi tiene sulla «Stampa», giornale che ha diretto per sette anni e di cui è editorialista, una rubrica quotidiana, «Il Taccuino», dedicata ai fatti della politica italiana. È stato anche direttore del Tg1 e del Giornale Radio Rai. Ha scritto per Sellerio La testa ci fa dire. Dialogo con Andrea Camilleri; per Rizzoli Edda Ciano e il comunista (da cui è stato tratto un film per Rai 1), Le amanti del vulcano, Il grande dandy, Le sconfitte non contano; per Einaudi Presunto colpevole. Gli ultimi giorni di Craxi; per Marsilio Quando c’erano i comunisti, con Mario Pendinelli, e Mura, la scrittrice che sfidò Mussolini; per Bompiani Colosseo vendesi.
Martedì 15 ottobre ore 16.30 In collaborazione con “Ottobre di Pace” Paolo Lambruschi, presenta il suo libro: “Doctor Alganesh donna della speranza”. Partecipa Alganesh Fessaha .
«Mi chiamo Alganesh Fessaha, sono nata in Eritrea nel 1954 e sono cittadina italiana. Il mio nome significa “il mio trono, il luogo ove riposarmi”». Comincia così il racconto di questo libro, che ha come protagonista “Doctor Alganesh”, specialista in medicina Ayurveda, fondatrice e presidente della Ong “Gandhi”, che dal 2003 sostiene persone vulnerabili attraverso progetti in diversi Paesi africani. Questa biografia in prima persona, scritta da un giornalista di Avvenire esperto di questioni internazionali e umanitarie, racconta la storia di una donna di speranza e di pace che nel 2015 è stata insignita dal presidente Sergio Mattarella del titolo di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica «per il suo impegno nella lotta al traffico degli esseri umani e nell’assistenza ai profughi».
Paolo Lambruschi (Milano, 1966), è giornalista professionista dal 1992. Ha diretto il mensile di strada Scarp de’ tenis e il mensile di finanza etica Valori. Come inviato di Avvenire si occupa prevalentemente di vicende di immigrazione, povertà e traffico di esseri umani. Nel 2011 ha vinto il Premiolino, uno dei più antichi e importanti premi giornalistici.
In collaborazione con Uni Tre Sanremo venerdì 18 ottobre ore 16.30 nell’ambito del centenario del Surrealismo la storica dell’Arte dott.sa Federica Flore relaziona su “Introduzione al Movimento. I principali temi. Una dedica alla fotografia.”
Il Surrealismo è stato un movimento d’avanguardia letterario e artistico europeo sorto a Parigi negli anni Venti del Novecento e diffuso a livello internazionale fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, che ha interessato dalla letteratura alla pittura, scultura e fotografia al teatro e il cinema. Come per altre avanguardie storiche di inizio secolo, le intenzioni del movimento furono introdotte dai letterati, prima ancora che dagli artisti visivi, sulla rivista Littérature fondata da André Breton (Tinchebray, 1896 – Parigi, 1966), Louis Aragon (Parigi, 1897 – 1982) e Philippe Soupault (Chaville, 1897 – Parigi, 1990). Questo gruppo di intellettuali, dopo aver inizialmente aderito al movimento del Dadaismo, e averne sostenuto lo spirito di sovvertimento delle categorie, le tecniche e le modalità di fruizione tradizionali dell’arte, cominciò a interessarsi ai temi dell’irrazionale e dell’inconscio, che andavano diffondendosi in quegli anni grazie alle scoperte del fondatore della psicoanalisi Sigmund Freud. Il primo manifesto del Surrealismo fu pubblicato nel 1924 dallo stesso poeta e critico d’arte Breton, che fino a quel momento aveva fatto parte e condotto i dadaisti in Francia, e dopo il quale molti tra questi si unirono al nuovo movimento.