Giorgia Merolli, alunna della classe 4^AS dell’Istituto Guglielmo Marconi di Tortona, insieme agli studenti Sofia Destro dell’Istituto A. Sobrero di Casale Monferrato e Andrea Venturelli dell’Istituto E. Fermi di Mantova, ha iniziato a lavorare dal mese di ottobre a un progetto con lo scopo di essere selezionata come finalista per la competizione “FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche): I Giovani e le Scienze”, la cui fiera si è svolta nei giorni 16, 17 e 18 marzo a Milano.
Gli studenti sono stati coinvolti dalle professoresse Nadia Semino, dell’Istituto Marconi di Tortona, Patrizia Cascio, dell’Istituto Sobrero di Casale Monferrato, e dal professor Mauro Grandi, dell’Istituto Fermi di Mantova, che da alcuni anni supportano gli alunni in questo percorso che ha lo scopo primario di aiutare i ragazzi a sviluppare le proprie competenze in ambito scientifico attraverso progetti innovativi e sostenibili.
Giorgia, in che cosa consiste il vostro progetto?
Questo progetto è stato studiato con l’obiettivo di rendere più semplice la vita quotidiana di tutte quelle persone che, sviluppando reazioni allergiche a metalli pesanti, sono limitate nella loro alimentazione di base. Riteniamo che l’inclusione sia il punto di forza del nostro progetto.
La finalità è quella di poter aiutare chi è affetto da queste problematiche di salute a vivere serenamente senza rischi le situazioni sia nella quotidianità che nelle occasioni conviviali.
Siamo inoltre consapevoli dell’impatto che i metalli pesanti hanno sull’ambiente e per questo vogliamo contribuire alla tutela dello stesso: la zeolite naturale è il nostro alleato.
Grazie a essa infatti siamo stati in grado di rimuovere dal terreno coltivato e dalle acque di dilavamento i metalli pesanti come il nichel, il rame, il cadmio e il piombo utilizzandone una naturale e a basso costo.
Com’è stato lavorare in team?
Abbiamo condotto le nostre ricerche presso il DISIT (Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica) di Alessandria e MCL (Manto Circular Lab) di Mantova grazie anche al supporto e ai preziosi consigli della professoressa Elisabetta Gaita.
La collaborazione non è stata sempre semplice perché, essendo studenti appartenenti a tre istituti diversi, non sempre siamo riusciti a concordare giorni e tempi in cui poter realizzare il nostro progetto ma, attraverso la volontà e l’impegno, abbiamo portato a termine, con successo, questo grande obiettivo comune.
Che premio avete vinto?
Dopo essere stati selezionati tra i tanti progetti giunti alla prima selezione, siamo arrivati alla fase finale tra i 25 gruppi italiani. Durante la prima giornata siamo stati giudicati da una giuria internazionale e abbiamo spiegato tutto il processo effettuato e i relativi risultati ottenuti; dopodiché siamo stati intervistati dalla stampa presente per l’occasione. Abbiamo aperto i nostri stand al pubblico e, durante la giornata successiva, abbiamo partecipato ad alcune conferenze organizzate appositamente per noi.
C’era grande competitività ma anche un senso di profondo rispetto per i progetti presentati dagli altri ragazzi che, più o meno, avevano la nostra stessa età. La giornata di lunedì prevedeva le premiazioni e il nostro gruppo, con molta gioia, ha ottenuto un ottimo risultato. Siamo stati scelti per partecipare all’importantissima fiera espositiva internazionale TISF (Taiwan International Science Fair) che si terrà il prossimo febbraio a Taiwan.
Quali sono i progetti futuri?
Nei mesi che verranno ci dedicheremo all’ampliamento del nostro progetto cercando di renderlo ancora più preciso e dettagliato.
Che cosa porti con te di questa esperienza?
Ho sempre pensato di voler intraprendere una carriera in questo settore e questo progetto mi ha dato modo, lavorando sul campo, di capire che è esattamente ciò che vorrò fare nella vita. Ho visto che ci sono persone che lavorano perché credono che i ragazzi, attraverso le loro idee e le loro potenzialità, siano in grado di realizzare nel concreto innovazioni scientifiche e tecnologiche non solo ambiziose ma soprattutto utili. Sapere che qualcuno crede in te è una spinta motivazionale veramente importante. L’emozione di sapere che io e i miei compagni di squadra andremo in Asia a rappresentare il nostro Paese è indescrivibile.
Questa opportunità mi ha fatto capire che attraverso il sacrificio e le capacità si possono raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati.
Dedico, ancora una volta, un grazie di cuore alla mia tutor, la professoressa Nadia Semino, e a tutti gli altri insegnanti che ci hanno affiancati in questa splendida avventura perché, se loro non avessero creduto in noi, non saremmo arrivati fin qui.
La redazione del “Marconews”