Nella primavera del 2021 Riccardo Molinari annunciava in pompa magna l’approvazione di una sua mozione alla Camera che, sosteneva, avrebbe salvato il territorio alessandrino dal rischio di ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. Ricordo ancora i toni trionfali dei manifesti firmati dall’attuale Capogruppo della Lega alla Camera, nonché segretario piemontese del Carroccio: “Mozione Molinari approvata alla Camera. Esclusione del nostro territorio per il sito nucleare”. 

Sono passati due anni e mezzo. Ieri il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato l’elenco delle aree idonee per il deposito delle scorie, elaborato da Sogin e Isin con 51 locazioni possibili in tutta Italia. In Piemonte ce ne sono ben cinque. Tutte, nessuna esclusa, nella provincia di Alessandria, con buona pace dei cittadini che avevano creduto alle promesse del leader regionale della Lega.


Dopo aver millantato per anni di aver salvato il Piemonte, oggi che il Centrodestra di Molinari è al governo dell’Italia ci ritroviamo con il rischio, ancora una volta, di vederci stoccare le scorie nucleari davanti casa. 

Comprendiamo l’esigenza di realizzare il deposito, ma dev’essere chiaro a tutti che le scorie non possono essere stoccate in aree – come quelle alessandrine – a rischio sismico ed idrogeologico, con rischio di incidente rilevante. 

Sean Sacco, Consigliere regionale M5S Piemonte