Gian Giacomo nasce il Giovedì Santo dell’8 aprile 1773, dalla Marchesa Teresa Gambera e dell’avvocato Pietro Giorgio Francia, com’è possibile riscontrare dall’atto di battesimo custodito nell’Archivio Storico delle chiese di San Quirico e di Santa Giuditta, a Cella Monte.

Le scritture, conservate con la diligenza del buon padre di famiglia, riportano la data del decesso, avvenuta in Casale Monferrato venerdì 5 novembre 1858, sepolto nel cimitero del Paese natale, il 9 novembre successivo.


Il suo casato è nobile, è al servizio dei Gonzaga per cui, Gian Giacomo, ha avuto un’educazione appropriata nell’alta società del suo tempo, sostenuta da un’importante classe sociale, in tutti gli ottantacinque anni dell’esistenza.

Ha collezionato un’invidiabile quantità di libri; con essi ha composto una biblioteca fra le più interessanti del suo tempo, ancor oggi esistente nel territorio del Monferrato.

Legato a Napoleone Bonaparte, s’è distaccato dalla Casa Regnante insofferente per l’assolutismo dei Savoia.

È venerdì 21 giugno 1799 quando arriva, nel piccolo borgo di Cella Monte, il Generale Suvorov al comando di una quarantina di cosacchi ben armati, provenienti dall’esercito austro – russo alla ricerca … di un giovine nobile, legato a Napoleone, per arrestarlo: un arresto prevedibilmente scontato in poco tempo, con la vittoria dei francesi a Marengo.

Gian Giacomo è libero, ha il tempo per affrontare gli studi sociali, soprattutto scrivere parecchie poesie dal taglio ironico.

La sua fama di studioso è ben conosciuta, la stessa Consulta del Governo Piemontese lo ha voluto nel suo seno, affidandogli incarichi di delicata importanza.

Ha un’attività ricca di componimenti poetici, purtroppo non tutti riconducibili alla sua persona, persino dai più attenti critici sia per il lungo tempo trascurati, sia per la sua pungente penna, sia per nomi più impensati con cui si sottoscriveva: Giovanni Jacopo Francia, Avvocato Francia di Cella, ecc…, per non includere i più stravaganti.

Il più noto lavoro letterario è, senza dubbio, l’Inno Patriotico diffuso dalla Stamperia Maffei di Casale, distribuito su fogli sciolti, forse ancora reperibili da qualche parte … il testo conclude con: … Scendi Virtù benefica/ Il Popolo ti chiama, / Scendi, e la nostra brama/ Compita alfin sarà…/Voci di gioja echeggino/ per l’Eridano lido. / le nubi fenda il grido/ Viva la Libertà

                                                                                 Franco Montaldo