Nella vigilia della solennità di San Giovanni Battista, a Pontecurone venerdì 23 giugno è stata celebrata dal nostro vescovo mons. Guido Marini la Santa messa nell’anniversario della nascita di Don Orione. L’annuale celebrazione al monumento del santo nel suo paese natale vede sempre la partecipazione di numerosi suoi concittadini e amici provenienti dai vicini paesi. Alla concelebrazione hanno preso parte un bel gruppo di sacerdoti della congregazione e diocesani. Ad animare la liturgia il coro di Pontecurone insieme al coro di Casteggio diretto dal maestro Gian Maria Franzin. Anche le autorità civili e militari hanno onorato con la loro presenza questo anniversario.
Il vescovo nella riflessione ha evidenziato come queste due “nascite” siano davvero una grazia, un dono. “Sono stati nella vita, ha detto il vescovo, due precursori, uomini che hanno preparato la via al Signore con la parola, lo sguardo, i gesti”. Prendendo spunto dal libro del letterato Ignazio Silone ‘incontro con uno strano prete’ (Don Orione) ha poi sviluppato tra atteggiamenti nei quali tutti noi dobbiamo prenderne esempio. “In Don Orione Silone, ha proseguito il vescovo, nei suoi occhi aveva incontrato una pacata tenerezza come un richiamo del Signore nella sua vita, uno sguardo che colpisce al cuore e che sapeva trascinare verso l’alto. Ed infine la parola di Don Orione che era capace di colpire il cuore e che diventava richiamo dell’infinito. I suoi gesti di amore e di carità, conclude mons. Marini, hanno parlato del Signore a tutti coloro che lo hanno incontrato e pertanto i tre verbi: sentire guardare e vedere collegano la vita di San Giovanni Battista e di Don Orione”.

Al termine della celebrazione, come in una vera famiglia, il vescovo ha salutato i presenti i quali hanno potuto anche contribuire nell’acquisto di alcune torte a favore dei ragazzi che ad agosto si recheranno a Lisbona per la giornata mondiale della gioventù. Don Orione dal cielo sicuramente avrà gioito nel vedere al suo paese natale tanti fedeli, religiosi e religiose radunarsi in preghiera per dare sempre più continuità di cammino sinodale.


Fabio Mogni