In ogni epoca arte, letteratura e cultura in generale, sono indici del benessere e dello sviluppo di un paese o di una civiltà; sono e sono stati anche strumenti di esteriorizzazione strategica del potere politico e della ricchezza dei committenti ma, fortunatamente, restano e sempre saranno testimonianza del genio umano e del suo progresso, valore aggiunto ed identitario di un territorio e di tutti i suoi abitanti.
Venerdì 24 marzo, nell’ambito delle attività del progetto “Approccio all’Azienda”, noi studenti della 2^AR Amministrazione, Finanza e Marketing ci siamo recati in visita al Museo del Divisionismo della Fondazione CR Tortona. Comprendere il potenziale del connubio tra un’Azienda ed una Fondazione, misurare l’estensione del marketing anche dal punto di vista culturale e decifrarne la ricaduta sull’indotto era il nostro obiettivo, oltre a quello, naturalmente, di lasciarci affascinare, come studenti e come turisti, dalla Bellezza, che ha preso orgogliosamente casa qui a Tortona, in corso Leoniero, nelle sale del Palazzetto medievale, uno dei più antichi edifici della città.
La dott.ssa Anna Vecchi, esperta in letteratura, archeologia medievale e storia dell’arte, che da anni “anima” il settore Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, ci ha accolti insieme alla collega dott.ssa Giordana Ricci ed il loro benvenuto caloroso era pari alla nostra felicità di poter finalmente riprendere le uscite e le attività complementari forzatamente interrotte dall’emergenza pandemica.
Dopo averci introdotti nella prima sala, ed averci illustrato lo “spirito”, o meglio, la “vision” della Pinacoteca, dove quadri e sculture dei più grandi artisti italiani operanti a cavallo tra ‘800 e ‘900, primo fra tutti Pelizza da Volpedo, fanno a gara per attirare l’attenzione dei visitatori, la dott.ssa Vecchi ci ha spiegato il funzionamento e la ricaduta socio-economica della Fondazione sul territorio. Se una Fondazione non ha proprietari ed è, per definizione, un ente dotato di personalità giuridica e di un patrimonio il cui uso è finalizzato ad iniziative di utilità sociale, scientifica, culturale o umanitaria, la sua esistenza è, di per sé, atto di promozione dell’immagine e delle attività dell’impresa stessa. A sua volta, l’azienda di cui porta il nome organizza e ne definisce la struttura organizzativa ed amministrativa.
La Pinacoteca di Tortona ha lo scopo, come ha detto la nostra guida, di “spargere cultura”, la cosa più importante per permettere alla collettività di gestire consapevolmente il proprio senso di appartenenza, ma anche di sviluppare il senso ed il valore della propria storia e della propria libertà, così come di quelle altrui. Il senso reciproco della cultura e delle culture non ha solo risvolti di educazione civile, ma, economicamente parlando, si ripercuote favorevolmente sull’indotto, contribuendo, direttamente o indirettamente, ad incrementare gli scambi, le attività ricettive, logistiche e produttive collaterali, arricchendo, sia materialmente che a livello di immagine, un’intera area umana e geografica.
Opere volute da ricchi mecenati oppure espressioni della propria ricerca e della storia umana che avanzava inesorabilmente, ciò che la Pinacoteca tortonese custodisce è un corpus di capolavori inestimabile dal punto di vista materiale ed intellettuale, degno di far concorrenza a Musei più celebrati. In questo modo, finanziando la Fondazione e le sue iniziative, la Cassa di Risparmio di Tortona permette ad essa di fornire beni e supporti ad altre realtà che ne necessitano.
Davvero, se la “semina” dell’intero, immenso e variegato patrimonio artistico e culturale di cui il nostro Paese dispone venisse attuata secondo una logica etica e responsabile e non di solo profitto, povertà, discriminazioni e disoccupazione riceverebbero un duro colpo.
Ci siamo divertiti e siamo tornati in classe fieri di essere “vicini di casa” di questa preziosa Bellezza, sicuramente arricchiti di responsabilità condivise, conoscenze e spunti di riflessione che realizzeremo nelle varie discipline, dall’Economia alla Storia, dalle Lingue straniere all’Educazione Civica. Ora ognuno di noi ha idealmente “adottato” un’opera, quella che ci ha colpiti, quella che in qualche modo ha parlato al nostro cuore. Su di essa proveremo ad inventare una storia, un dialogo, una lettera… un piccolo esercizio creativo personale, rispettoso e riconoscente omaggio ai grandi uomini che sono diventati Artisti, testimoni del tempo che ci ha generati e seminatori del futuro che vorremo vivere.
Martina PERINI e Sandevma WEERASINGHE 2^AR Amministrazione, Finanza e Marketing