Domenica 27 novembre, presso la Sala polifunzionale di Pontecurone si è tenuto un convegno in occasione della della giornata del 25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Per l’occasione, il Comune di Pontecurone ha proiettato il video “Ti amo da morirne”, scritto, prodotto e interpretato da Filomena Vasellino, seguito da un dibattito sulla violenza di genere, condotto da Chiara Anastasia, consigliera comunale nonché operatrice del Centro Antiviolenza C.H.I.A.R.A. di Voghera, e da Barbara Marini, avvocato formato sulla violenza di genere e mediatrice familiare.
“Ti amo da morirne” è un monologo che racconta la vita di una donna che, uccisa per mano del marito, in punto di morte racconta agli spettatori la sua storia.
È una storia forte, piena di rabbia, di vergogna, di senso di colpa. È la storia di una donna, figlia, moglie e madre di due figli, che racconta di come la sua vita coniugale, che all’inizio sembrava essere una storia normale, caratterizzata da amore e rispetto, si sia trasformata in un incubo.
Il monologo ha voluto raccontare e raccogliere molteplici elementi caratterizzanti le storie di violenza, quali il senso di vergogna provato dalle vittime nel raccontarsi, la paura del giudizio da parte delle persone che stanno attorno, il timore di non essere credute e il conseguente senso di colpa e di inadeguatezza, provato nei confronti di se stesse e dei propri figli, per non essere state capaci di proteggerli e proteggersi.
Inoltre dal monologo emergono altri elementi caratteristici, quali la gelosia, il controllo esercitato dall’autore di violenza (che spesso porta la vittima ad isolarsi, ad allontanarsi dalla sua rete familiare, amicale e lavorativa), l’omertà delle persone, degli spettatori che conoscono, che vedono ma non hanno il coraggio di intervenire in auto alla donna, la violenza assistita da parte dei figli, i quali diventano spesso strumentali nelle situazioni di violenza.
Le riflessioni emerse dal dibattito scaturito fra i presenti, alla fine della proiezione, hanno rimarcato quanto la violenza di genere sia un problema che non riguarda solo le donne, ma riguarda tutta la società.
Molte le domande sul come poter aiutare nel concreto queste donne, come la relazione abbia delle ricadute traumatiche non solo nei confronti della donna ma anche sui figli, quanto possa pesare la dipendenza economica nella difficoltà delle donne nel chiedere aiuto. Il dibattito ha sottolineato la responsabilità della nostra società nel fare tanta prevenzione, partendo già dai bambini, sensibilizzando tutte le fasce d’età fino ad arrivare agli adulti, che sono e saranno i primi educatori delle generazioni future.